RIMINI. E' tra le più giovani infermiere italiane e si è laureata con un elaborato finale su "Interruzione volontaria di gravidanza nei primi 90 giorni. Analisi della casistica di Rimini relativa all'anno 2010 rispetto ai dati statistici nazionali e della regione emilia romagna", relato dalla professoressa Susi Pelotti, docente di Medicina Legale dell'Università degli Studi di Bologna. Si tratta di Benedetta Perrone, nativa di Foggia, che ha concluso il suo percorso di studio presso il Corso di Laurea in Infermieristica del Polo di Rimini. La sua è una tesi fuori dagli schemi convenzionali, che fa discutere e che pone importanti interrogativi sul fenomeno dell'IVG in terra di Romagna e non solo.
Vediamo cosa ha commentato lei stessa nell'introduzione al progetto di studio e di ricerca.
di Benedetta Perrone
Questo elaborato nasce dall’intenzione di mettere in evidenza una problematica, quella dell’interruzione di gravidanza, molto importante, fonte di numerosi dibattiti che ha sempre accompagnato la storia delle società umane. Essa si snoda lungo un percorso in cui mutano non solo nozioni tecniche e mediche, ma anche soggetti, interessi, connotazioni etiche e regolamentazioni giuridiche. Molte delle convinzioni che oggi appaiono scontate, costituiscono infatti il frutto di un difficile travaglio maturato nei secoli: ruolo della donna, modi di considerare feto e gravidanza, interventi esterni, interessi politici e parametri di valutazione sono cambiati dall’antichità ad oggi. Come è assolutamente evidente da giornali, radio e televisioni, la disputa sull’aborto, però, non s’è affatto sopita. Pur nel clima politico e sociale, il tema costituisce ancora oggetto di controversia.
Dopo più di trent’anni dall’entrata in vigore della legge che disciplina l’interruzione volontaria della gravidanza, parlare di IVG infatti, risulta sempre una questione delicata e complessa.
E’ un dibattito che si addentra nel mondo femminile, richiama i valori e le esperienze personali e soggettive della donna, mette in discussione i punti di vista di una determinata società in relazione alla donna, al feto, al bambino e pone l’essere umano di fronte alla necessità di interrogarsi sulla morte e sulla continuità della vita.
Attraverso questa stesura, si vuole fare un excursus sulla storia dell’aborto, sulla legge che nel 1978 lo ha reso legale in Italia, mettendo in evidenza come nel tempo il fenomeno si è evoluto.
La legge 194 del 1978 “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria di gravidanza” concede alla donna che si trova a vivere una gravidanza indesiderata o inopportuna, la possibilità di continuarla o porne fine, riconoscendo la maternità come un diritto fondamentale della persona e ponendola davanti a un grande bivio.
L’obiettivo del presente lavoro è inoltre quello di esplorare le dinamiche psicologiche che portano alla scelta della negazione della maternità. Esso cercherà di mettere in luce le possibili motivazioni che spingono una donna a ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza soprattutto nei primi 90 giorni di maternità e l’assistenza degli operatori sanitari da prestare nei confronti delle donne sottoposte alle procedure abortive.
La tesi è suddivisa in tre capitoli.
Nel primo capitolo viene analizzato il significato della parola “aborto” e della procreazione responsabile e cosciente. Viene approfondita la legge che disciplina l’interruzione volontaria di gravidanza in Italia, la legge n° 194/1978, espletate le problematiche assistenziali e medico legali in questo ambito, quali consenso informato, obiezione di coscienza e segreto professionale, e distinta l’interruzione di gravidanza in base alle settimane di gestazione e alle varie motivazioni di richiesta di procedura abortiva (interruzione di gravidanza entro il 90° giorno di gestazione e interruzione di gravidanza oltre il 90° giorno).
Nel secondo capitolo è analizzata la procedura abortiva di tipo farmacologico, quella effettuata appunto nei primi 90 giorni di gravidanza, attraverso la somministrazione di una pillola abortiva, la RU486, spiegando la composizione del farmaco, la sua storia e la vicende che hanno portato alla legalizzazione dell’interruzione volontaria di gravidanza nel mondo e nel nostro Paese.
Il terzo capitolo va, infine, ad analizzare quelli che sono i dati relativi alle interruzioni volontarie di gravidanza effettuate nella provincia di Rimini nell’anno 2010, comparandoli con i dati statistici - messi a disposizione dal Ministero della Salute e della Regione Emilia Romagna – a livello nazionale e regionale, analizzando varie caratteristiche che accomunano le donne che si appellano all’interruzione volontaria di gravidanza. Uno studio più approfondito si sarebbe voluto effettuare cercando di far emergere le maggiori motivazioni per la quale la donna, al giorno d’oggi richiede l’interruzione volontaria di gravidanza. Purtroppo questo non è stato possibile, poiché essendo i dati dell’IVG troppo sensibili, la consultazione di cartelle cliniche di richiesta di interruzione volontaria di gravidanza compilate nel consultorio di Rimini mi è stata negata.
Per saperne di più benedettaperrone@hotmail.it
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