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Infermieri Italiani: risvolto letto o nuove competenze?

di Angelo

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Cosa vogliono i colleghi di nuova e vecchia generazione per emanciparsi e quanto sono disposti a lottare per un riconoscimento economico, sociale, scientifico e culturale della categoria? Sono le domande che ha posto Barbara Mangiacavalli (FNC IPASVI) alla folta assemblea del Congresso infermieristico di Forlì appena conclusosi.

FORLI. Dal pitale alla pianificazione assistenziale di nuova concezione, passando per il risvolto letto e per l'annullamento professionale di alcuni di fronte alla classe medica e alle dirigenze. Sono alcuni temi forti affrontati l'altro giorno a Forlì in Emilia Romagna, terra da sempre fertile per battaglie che hanno portato alla emancipazione della professione infermieristica in Italia e in Europa.

Mattatrice d'eccezione è stata la presidente della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI, Barbara Mangiacavalli, intervenuta al Primo Congresso Nazionale sulle Nuove Competenze appena conclusosi a Forlì e organizzato dai Collegi provinciali IPASVI dell'AUSL Romagna, come noto presieduti da Francesco Gatta (Forlì-Cesena), Marina Mazzotti (Rimini) e Milena Spadola (Ravenna).

"Nelle scorse settimane siamo stati tra i protagonisti del primo incontro istituzionale al ministero della Salute sul fatidico 'Comma 566' della legge di stabilità 2015, con le migliori intenzioni di trovare una soluzione condivisa e rispettosa delle nostre richieste che permettesse di superare le paure ancestrali, del tutto infondate, dei medici di essere in qualche modo scavalcati nella loro attività professionale da altre figure professionali sanitarie - ha spiegato la Mangiacavalli - i medici? Non li abbiamo trovati, a conferma della non volontà di mediare. E non è tutto, il Ministero ha messo sul tavolo progetti e proposte inaccettabili che avrebbero cambiato del tutto il senso dello stesso 'Comma 566' e, inverosimilmente, della bozza di Accordo Stato-Regioni già firmata dalla Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi e anche dai sindacati; l'iniziativa del Ministero se avallata avrebbe costituito un ridimensionamento della nostra crescita professionale e dell’avanzamento di quel modello di sanità più appropriato e comune ormai nell’Europa moderna e negli stati esteri più evoluti, senza alcuna possibilità di discussione, di trattativa o di mediazione. Noi non ci stiamo e non ci stiamo al fatto che si debba ancora rispondere al potere di lobby precostituite".

Chi non fa parte del "sistema" viene giudicato perché il "sistema" deve rimanere bloccato. Gli Infermieri Italiani non possono rimanere impassibili ed occorre per questo reagire e farlo in maniera intelligente, evitando la continua divisione interna alla categoria che, nei fatti, è foraggiata proprio da chi la vuole, ovvero dagli artefici degli attacchi diretti e indiretti alla classe infermieristica dello Stivale.

Ed è proprio su questo che la Mangiacavalli si è soffermata di più: "se nel 'sistema' finisce un granello di sabbia il 'sistema' si inceppa e alla fine a pagare sono sempre gli stessi, i nostri pazienti".

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Angelo Mastrillo ha infiammato la platea degli Infermieri a Forlì parlando non solo di unità della categoria ma di tutte le Professioni Sanitarie non mediche.

Come ricordava anche Angelo Mastrillo, docente universitario a Bologna, già collaboratore del MIUR ed ex-presidente dell'Associazione Nazionale Tecnici di Neurofisiopatologia, intervenuto al Convegno forlivese, i Professionisti Sanitari non medici in Italia sono 653.000 (di cui 440.000 infermieri). Un gran numero di persone e non solo un granello di sabbia quindi.

Per essere chiari, chi non vuole che passino le nuove competenze e che si realizzi il "Comma 566" così come proposto dall'IPASVI, ha spiegato, Mastrillo rinforzando quando già riferito da Mangiacavalli, gioca sulla pelle dei Professionisti Sanitari non medici ma soprattutto sull'utente finale, ovvero il degente/l'assistito, che paga anni di preventivato non dialogo che ha portato nei fatti all'attuale condizione di crisi economico-occupazionale e quanti-qualitativa del Sistema Sanitario Nazionale.

Ecco perché si deve andare oltre le lobby pre-costituite (non parliamo di medici, ma di poteri economici più grandi) e viaggiare tutti assieme verso l'unità degli Infermieri Italiani. Ha fatto bene in tal senso la presidente Mangiacavalli ad incontrare tutte le forze collegiali, sindacali e associazionistiche che si occupano di Assistenza Infermieristica e di competenze evolute.

Un mondo infermieristico unito fa paura!

"I Professionisti Sanitari sono una grande macchina che fa muovere il Sistema Sanitario Nazionale e il modello proposto, che nulla toglie alle capacità e alle competenze dei medici né intende farlo, è il modo migliore per far andare avanti la macchina con appropriatezza rispetto alla componente assistenziale dell’offerta sanitaria che è quello che ci vede in prima linea (non diagnosi né terapia quindi, dormissero sogni tranquilli i medici) - ha aggiunto Mangiacavalli - ed è la ricetta più collaudata e avanzata perché tutto avvenga con la minore spesa e la maggiore compliance dei pazienti".

Tale meccanismo è già stato ampiamente rodato all'estero e può essere esportato in Italia. In Europa e nel resto del Mondo evoluto, per esempio, l’Infermiere Specialista lavora in perfetta sintonia con i medici, nel reciproco rispetto dei ruoli e delle competenze.

L'Italia ha preso sì molte cose dall'estero per creare l'attuale Sistema Sanitario Nazionale, ma è anche vero che ha acquisito la parte più conveniente, ovvero quella delle carriere e degli stipendi, rivendicando il fatto che fuori nazione le progressioni e le buste paga sono migliori che nello Stivale. Su questo ci sarebbe una lunga discussione da fare, ma la cosa ovvia è che all'estero non sempre è tutto migliore dell'Italia e soprattutto che là dove ci sono riconoscimenti di carriera o di stipendi la sanità funziona diversamente i gli indici di efficacia, efficienza ed economicità vengono tutti rispettati in pieno.

Che dire di più? Il demansionamento per molti colleghi va visto secondo diverse chiavi di lettura:

- quanti di noi sono culturalmente pronti a lottare?

- quanti di noi sono disposti ad investire nell'unità della classe infermieristica italiana?

- quanti di noi sono disposti a non fare più gli zerbini alla classe medica e ai dirigenti subendo in modo pedissequo?

- quanti di noi sono legati ancora al risvolto letti che oramai non ci appartiene più?


Sono domande a cui chiediamo di darvi una risposta dopo un'attenta riflessione.

Per concludere, Nurse24.it è pronto ad accogliere l'invito all'unione e a far proprie tutte le iniziative dei Collegi IPASVI Nazionale e Provinciali che vadano in questa direzione.

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