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Infermieri Italiani pronti a prescrivere i farmaci?

di Angelo

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La Spagna da l'ok per alcune terapie e in alcune occasioni ancora da definire. Intanto in Italia la presidente Ipasvi Barbara Mangiacavalli spinge per superare le divisioni interne alla classe infermieristica e tentare di recuperare il tempo perduto portando i medici a siglare l'accordo sulle nuove competenze.

RIMINI. Mentre in Spagna gli Infermieri si apprestano a raggiungere e a superare un traguardo per noi inimmaginabile, ovvero quella della prescrizione di alcuni tipi di farmaci e in alcune occasioni particolari (così come deciso nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri Spagnolo su indicazione del loro Ministro della Salute), in Italia si sta parlando ancora di “Competenze avanzate” in attesa che la classe dei “signori” Medici partecipi al tavolo delle trattative e ratifichi un accordo che è oramai in embrione da diversi lustri.

La professione medica, soprattutto negli ultimi anni, ha giocato allo sfascio, arrivando addirittura a comprare qua e là Infermieri e rappresentanti di altre discipline sanitarie, con l’unico scopo di lasciare le cose così come sono e di non dare nessuno spazio ulteriore all’assistenza di natura infermieristica.

InfermieriItaliani

Il nome di un gruppo professionale spesso fa tanto per la coesione e il senso di appartenenza: perché Ipasvi e non Infermieri Italiani?

Pseudo-Sindacalisti, rappresentanti delle Istituzioni, presidenti di Associazioni, tutti al soldo della lobby medica che spende e spande offrendo incarichi di prestigio, posti nella Politica, promozioni improvvise, finanziamenti ad eventi dal dubbio contenuto infermieristico.

Non aggiungiamo altro, anche per non rischiare di farci denunciare, se non la constatazione che le lotte intestine alla classe degli Infermieri spesso sono pilotate dall’esterno e consapevolmente o inconsapevolmente continuano a danneggiare l’immagine della nostra professione che ad oggi non è unita solo perché non deve esserlo.

Anche per questo Nurse24.it da tempo sta cercando di trovare una soluzione ai litigi e di unire in un’unica rete gli Infermieri Italiani (o Infermieri d’Italia, chiamiamoci come vogliamo, l’importante è iniziare a ricostruire e a ripartire).

In tutti i Convegni e gli incontri in giro per l’Italia la neo-presidente della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi, Barbara Mangiacavalli, donna di ferro e convinta sostenitrice dell’unità degli Infermieri, sta portando una ventata di proposte nuove per la professione e sta di fatto spiazzando i fautori della divisione, sempre più isolati in piccole nicchie ben definite.

Ma non basta, occorre lavorare più nel profondo, iniziare a riascoltare la base e capire le cose che realmente non vanno.

Non serve, infatti, parlare di nuove competenze a chi è stressato da turni massacranti, è in piena crisi esistenziale per la mancanza totale o parziale di lavoro, è costretto a lasciare l’Italia per parlare altre lingue in Europa e lavorare in ambienti spesso meno all’avanguardia delle italiche strutture.

In Spagna i colleghi prescriveranno farmaci specifici e in determinate situazioni, in Italia lo ripetiamo siamo pronti a farlo?

A nostro avviso non tutti gli Infermieri Italiani ne sono all’altezza e questo per varie ragioni:

- la mancanza del senso di appartenenza alla professione, che non invoglia di certo alla formazione e all’informazione specialistica (in pochi vanno oltre la formazione Universitaria di base e sempre meno accedono ai Corsi ECM se non spronati da imposizioni aziendali);

- la presenza in Italia di un Servizio Sanitario Nazionale e di un Sistema Sanitario Regionale ancora troppo medico-centrici (anche se si predica che il “Paziente è al centro dell’assistenza”);

- la presenza di un sistema formativo universitario non proprio all’altezza e gestito spesso proprio da medici che non vogliono la miglioria della nostra professione (gli Infermieri vengono preparati poco proprio nel settore farmacologico);

- non ultima la presenza nelle Istituzioni, nei luoghi di formazione e nella stessa Ipasvi di dirigenti infermieristici spesso arrivati ai piani alti senza una seria formazione, ma messi là perché spinti dalla necessità di ricoprire ruoli (dati politicamente sempre e comunque dalla classe medica).


Ne approfittiamo per chiedere alla collega e presidente Barbara Mangiacavalli di non fermarsi e di andare avanti su questa strada, ignorando gli sgambetti quotidiani dei soliti noti, gliene saranno grati gli Infermieri Italiani.

Rimbocchiamoci le maniche e torniamo a lavorare per l’unità!

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