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Infermieri e coppie di fatto

di laura rita santoro

coppia

La coppia che è evidentemente legata affettivamente, ma, vuole rimanere unita, in ogni momento, quindi ha deciso di risolvere “l’incombenza” come una banale questione burocratica. Questa è democrazia?

ROMA. Personalmente sono favorevole alle coppie di fatto, da Infermiera e da donna. Mio fratello che viveva in Francia, ora in Irlanda, non è sposato, ma fece riconoscere la sua famiglia come coppia di fatto. Ora ha due figli e sono una famiglia! Non ultimo in Francia gli hanno riconosciuto anche la riduzione delle tasse del 50% già dal momento dell’arrivo del primo figlio.

Lo hanno preso anche in giro, leggendo che era Italiano. Hanno detto, a mio fratello, durante le pratiche: “in Italia questo non lo potresti mai ottenere!”  In questo caso l’opinione dell’Europa non è fondamentale?

Il riconoscimento delle coppie di fatto sembra una richiesta superflua ma non lo è!

Lavoro in ospedale in qualità d’Infermiera. L’altro giorno mi è capitata una coppia etero sessuale, ma, ne capitano anche gay, che mi chiedevano informazioni circa la possibilità di assistenza al congiunto.    Lui avrebbe dovuto essere operato. La compagna, si chiedeva e mi chiedeva, come poter usufruire dei permessi per assistere il compagno a breve termine ma, anche a lungo termine. Aimè, gli ho dovuto suggerire il matrimonio! Aimè, il matrimonio si dovrebbe poter scegliere liberamente, per il piacere di farlo.  La legge Italiana lo consente.  La coppia, probabilmente, si sposerà in comune, in modo veloce e sterile! Come a voler  risolvere una pratica amministrativa. Tutto ciò mi sembra piuttosto triste!

La coppia che è evidentemente legata affettivamente, ma, vuole rimanere unita, in ogni momento, quindi ha deciso di risolvere “l’incombenza” come una banale questione burocratica. Questa è democrazia?

Uno dei problemi se la “coppia” citata non si sposasse: “la compagna non avrebbe diritto alle “prerogative” della Legge 5 febbraio 1992, n. 104. Altrimenti detta "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate."  La compagna non potrebbe prendere permessi dal lavoro per accompagnare il compagno, qualsiasi sia la condizione di salute.

La signora mi ha anche detto che, in passato, si sono trovati in una situazione difficile, il compagno stava male, ma, per autorizzare al trattamento sanitario, dovette arrivare, di corsa, la figlia, poco più che diciottenne, ed autorizzare. La signora non poté fare nulla!

La coppia viveva insieme da più di vent’anni, ma, benché l’uno sappia tutto dell’altro, legalmente, nessuno dei due può esprimere consensi sui trattamenti sanitari e/o altro. Trovo questo molto triste!

Trovo detestabile sentir dire che se riconoscono le unioni di fatto, poi potrebbero volersi unire tra fratelli e/o animali. Bieche scuse! I sostenitori della “famiglia” con la “F” maiuscola sono persone discutibili, nulla hanno a che fare con il concetto di famiglia tradizionale!

Come dicono in certi casi, se si riconoscono le coppie di fatto, se si dovessero sposare le coppie gay, non si è costretti a condividere e/o fare la stessa cosa!

Forse sarebbe meglio essere ipocriti, ma con tolleranza!?

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