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FederAnziani-Ipasvi: protocollo d’intesa per l’assistenza agli over 65

di Redazione

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Prevenzione e monitoraggio negli ultrasessantacinquenni: FederAnziani e Federazione Ipasvi sottoscrivono un protocollo d’intesa. La prima iniziativa prevede infermieri operativi nei centri anziani d’Italia.

RIMINI. Protocollo d’intesa FederAnziani-Ipasvi  per sviluppare iniziative di assistenza agli anziani sul territorio. Il documento, ufficializzato a Rimini in occasione del IV Congresso nazionale di Senior Italia FederAnziani e sottoscritto dal presidente di FederAnziani Roberto Messina e dalla presidente della Federazione degli infermieri Barbara Mangiacavalli, prevede  iniziative comuni per migliorare la qualità della vita dei cittadini over 65, di tutelare il diritto alla salute e di garantire l’accesso alle migliori cure. 

Per farlo, saranno possibili anche protocolli di intesa territoriali  presso i Collegi provinciali Ipasvi e le articolazioni territoriali di FederAnziani.

FederAnziani e Ipasvi potranno proporre qualsiasi iniziativa e/o evento compatibile con i propri scopi istituzionali che dovrà essere approvata dal Consiglio Nazionale di FederAnziani Senior Italia e dal Comitato Centrale della Federazione Nazionale Ipasvi.

“Si avvia così – aggiunge Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione Ipasvi - una collaborazione che potrà mettere in campo molte iniziative: anziani, malati cronici, fragili in generale, sono il primo obiettivo assistenziale della nostra professione. Il protocollo prevede che queste iniziative siano declinate in un progetto che indichi finalità, modalità di realizzazione, tempi e oneri oltre agli indicatori per la sua realizzazione. Massima trasparenza quindi. E assoluta governance per quanto riguarda gli aspetti gestionali, clinici e sociali di ogni azione”.

Il primo progetto in cantiere prevede un’azione di prevenzione e monitoraggio negli ultrasessantacinquenni sani che frequentano i centri anziani.

FederAnziani ha messo in campo un meccanismo per regolamentare sul territorio attività di monitoraggio terapeutico del paziente, attraverso lo svolgimento di alcuni “esami di base”, grazie all’installazione gratuita da parte della Federazione degli over 65 di “totem” di strumenti diagnostici per le principali patologie croniche che saranno gestiti dagli infermieri.

L’over 65 in questo modo può effettuare l’indagine nel luogo più vicino a lui, senza ricorrere a strutture extra Ssn, non intaccando quindi l’attività del servizio pubblico. Anzi, le convenzioni che FederAnziani sta chiudendo con le Università per la refertazione delle indagini grazie alla telemedicina, consentiranno agli Atenei di realizzare una vasta banca dati sui soggetti anziani. Solo in caso l’esame risulti positivo, poi, scatteranno le procedure di assistenza e saranno individuati e presi in carico dalle strutture del Ssn i pazienti che hanno bisogno di approfondimenti.

Il risultato atteso, in base alle stime del centro studi di FederAnziani, è, entro 24 mesi a partire dal 2016, un risparmio di circa 1,150 milioni per il Servizio sanitario che a regime potrà essere nell’ordine anche di alcuni miliardi

A titolo esemplificativo - ha spiegato Roberto Messina, presidente di FederAnziani, illustrando l’iniziativa - un cittadino di una città medio grande, investe in costi sociali almeno 15 euro per le 5 azioni necessarie a effettuare un semplice Ecg: andare dal medico di medicina generale per la prescrizione; andare a prenotare l’indagine; effettuarla; ritirare il referto; portarla nuovamente dal medico. Se a questo correliamo semplicemente il costo di un biglietto dell’autobus, 1,5 euro, occorrono 10 biglietti (15 euro) per l’intero percorso. E i costi sociali si impennano con l’automobile, l’eventuale parcheggio, il taxi, o per le ore o giornate di permesso perse di figli o nipoti per accompagnare il senior”.

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