ROMA. Il varicocele è la prima causa di infertilità maschile. Una diagnosi precoce unita a un trattamento terapeutico possono fare la differenza. Ma come si riconosce? Quali sono i segnali di allarme?
Il varicocele è una patologia varicosa caratterizzata da dilatazione e incontinenza delle vene testicolari o spermatiche che hanno il compito di drenare il sangue dal testicolo.
Il varicocele colpisce il 15% - 20% della popolazione maschile. Nella maggior parte dei casi si manifesta durante lo sviluppo puberale; nel 18-20% dei casi tra i 14 e i 16 anni e nel 15% dei casi tra i 15 e 19 anni, nella preadolescenza − tra i 7 e 10 anni − colpisce con un'incidenza del 2-3%.
Si manifesta nel 95% nel testicolo di sinistra.
La Clinica:
La maggior parte dei varicoceli è asintomatica; viene scoperto casualmente in seguito a visita medica; i sintomi tendono a presentarsi con il caldo, dopo intenso sforzo fisico, dopo un rapporto sessuale, in seguito a prolungata stazione eretta.
I sintomi includono:
dolore sordo ai/al testicolo,
senso di pesantezza scrotale,
vene dilatate a livello dello scroto percepite come un ”gavocciolo duro”.
La Diagnosi:
obiettività clinica (accurata ispezione dello scroto da parte del medico urologo/andrologo),
eco-testicolare, eco-doppler sono indagini strumentali di supporto e permettono di definire l’entità del reflusso, solitamente si definiscono quattro gradi di varicocele: 1°, 2°, 3°, 4° grado.
Le Complicanze:
Le varici a livello delle vene spermatiche o del plesso pampiniforme determinano un innalzamento della temperatura a livello del testicolo che se si mantiene per un lungo tempo determina un’alterazione del liquido seminale che presenterà varie anomalie tra cui le più frequenti: riduzione del numero di spermatozoi, alterazione della loro morfologia e/o motilità.
Il varicocele può determinare ipotrofia del testicolo.
Dopo la diagnosi del varicocele sono consigliati spermiogramma e/o spermocoltura.
I Trattamenti:
L’indicazione al trattamento è prescritto dal medico andrologo/urologo.
I trattamenti più utilizzati sono: scleroembolizzazione del varicocele o intervento chirurgico.
L’attuale trattamento di scelta, per la ridottissima invasività, per i risultati ottenuti e per le scarse recidive, è la scleroembolizzazione.
Questo tipo d’intervento, che non richiede ricovero ospedaliero, è eseguito sotto guida radioscopica in anestesia locale.
Attraverso la puntura della vena femorale dx si raggiunge la vena spermatica di sin o dx incontinente.
Dopo l’iniezione di una piccola quantità di mezzo di contrasto (che evidenzia grado e numero delle vene incontinenti) si procede all’embolizzazione meccanica attraverso l’ausilio di spirali in metallo medicato amagnetiche, si prosegue con l’embolizzazione chimica con infusioni locali di farmaci con proprietà embolizzanti.
Non necessitano punti di sutura, dopo due-tre ore il paziente può camminare e riprendere tutte le attività fisiche, evitando sforzi fisici per due-tre giorni.
Gli Effetti Collaterali:
Idrocele.
Possibile ematoma nella sede di puntura.
Dolore nella zona renale e/o addominale.
Epididimite transitoria.
I Controlli:
Ripetere spermiogramma e visita uro/andrologica non prima di tre/quattro mesi dopo il trattamento.
Rimane la possibilità di recidive, data la natura strutturale della patologia.
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