Due Asl su dieci non hanno ancora adottato il Piano triennale di prevenzione della corruzione. La Rete Europea contro le Frodi e la Corruzione nel Settore sanitario, un’organizzazione non profit il cui principale obiettivo è contrastare frodi, corruzione e sprechi in sanità, stima che in Europa circa il 6% del budget per la sanità sia assorbito dalla corruzione.
ROMA. Presentato nei giorni scorsi a Roma il “Rapporto sullo stato di attuazione delle azioni adottate dalla sanità pubblica in materia di trasparenza ed integrità”, frutto della collaborazione tra Agenas e Libera.
Il settore sanitario, infatti, è considerato uno dei più esposti al rischio di illegalità e per questo – si legge nel Rapporto - necessita di adeguati livelli di trasparenza: le notevoli dimensioni della spesa, la pervasività delle asimmetrie informative, l’entità dei rapporti con i privati, l’incertezza e l’imprevedibilità della domanda, l’alta specializzazione dei prodotti acquistati e delle prestazioni fornite, la necessità di complessi sistemi di regolazione, non sono che alcuni dei fattori che rendono la sanità un terreno particolarmente sensibile, dove germinano con effetti ancora più evidenti che in altri settori, comportamenti opportunistici che possono degenerare in corruzione.
La Rete Europea contro le Frodi e la Corruzione nel Settore sanitario, un’organizzazione non profit il cui principale obiettivo è contrastare frodi, corruzione e sprechi in sanità, stima che in Europa circa il 6% del budget per la sanità sia assorbito dalla corruzione.
In Italia, Il monitoraggio del Rapporto si è concentrato sulla pubblicazione dei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione (Ptpc) con riferimento ai trienni 2014-2016 e 2015-2017. Il monitoraggio ha avuto inoltre ad oggetto le Relazioni annuali relative al 2013 e 2014, un documento che i responsabili della prevenzione della corruzione devono predisporre ogni anno per documentare l’attività svolta e i risultati ottenuti.
Dai siti istituzionali delle 240 aziende monitorate emerge che l’82% delle stesse ha adottato e pubblicato il Ptpc 2015- 2017, una percentuale in crescita rispetto a quella relativa al precedente Piano 2014-2016, ma ancora insoddisfacente.
“Il percorso intrapreso dal sistema sanitario in materia di etica, trasparenza ed integrità registra una sempre maggiore applicazione, a significare che l’attuazione della normativa non è più concepita come un mero adempimento burocratico ma come presa di coscienza delle organizzazione sanitarie dell’importanza della trasparenza come leva strategica per consentire il miglioramento ed un concreto cambiamento culturale di tutti gli operatori sanitari, tanto più che si tratta di un settore che per funzione sociale è tra i più vicini alla persona in un momento di vulnerabilità e fragilità”, ha affermato Francesco Bevere, direttore generale di Agenas, a margine della presentazione dei dati.
“Il rafforzamento dell'integrità passa prima attraverso la capacità da parte dell’organizzazione di far propri e trasmettere ai professionisti i valori, quali l’etica e l’integrità, che devono guidare le azioni quotidiane. Le nostre organizzazioni possono contare già su un patrimonio di professionisti e capacità silenziose che con la loro integrità e il loro operato contribuiscono a rendere migliore l'intero sistema”, ha concluso.
Per il presidente dell’Autorità Anti Corruzione (Anac), Raffaele Cantone: “Il diritto alla salute è pretesa primaria delle persone, assicurata dalla Costituzione italiana. Il valore del diritto alla salute come interesse della collettività ne esalta il significato di diritto fondamentale e amplifica la sua dimensione di principio supremo dell'ordinamento. In un terreno così delicato – ha dichiarato - il contrasto alla corruzione assume un ruolo centrale e va, in primo luogo, inteso come cultura della trasparenza che consente la verifica costante degli strumenti, dei tempi e dei modi di attuazione dei trattamenti sanitari”.
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