“Per le Residenze Sanitarie Assistenziali abbiamo ricevuto rassicurazioni circa l’apertura di un tavolo ad hoc, ma abbiamo chiesto di innalzare l’Isee ed aumentare la quota di versamento a carico della Regione, perché l’attuale compartecipazione chiesta all’utente è troppo elevata."
ROMA. “Una delegazione Ugl è stata ricevuta oggi dalla Cabina di Regia del SSR per esporre le ragioni della protesta: la forte preoccupazione per la crescente privatizzazione della Sanità, i disagi degli operatori del comparto e, soprattutto, le conseguenze che i continui tagli ai servizi e gli aumenti dei costi stanno avendo sulle migliaia di persone che vengono quotidianamente assistite dalle strutture del nostro territorio”.
Lo riferisce in una nota il segretario regionale Ugl Sanità del Lazio, Daniela Ballico, al termine del sit-in organizzato oggi dalla Federazione insieme all’Ugl Pensionati, all’Unione Regionale del Lazio e all’Ufficio Politiche della disabilità Ugl davanti all’Ente regionale.
“In particolare, - spiega la sindacalista - abbiamo sottolineato gli scarsi risultati ottenuti dalle Case della Salute che, rispetto alle premesse, non hanno portato quel giovamento che ci si aspettava sia perché non possono essere considerate né dei Pronto Soccorso né punti di prima assistenza, sia perché è addirittura difficile individuarle sul territorio. Inoltre, – prosegue – lo sblocco parziale del turnover finora effettuato dalla Regione rappresenta solo un piccolo passo rispetto alla grave carenza organica che si registra in tutte le strutture, tanto che non si riesce nemmeno ad ottemperare la normativa Ue sugli orari di lavoro e di riposo e il personale continua ad essere costretto a turni massacranti”.
“Per le Residenze Sanitarie Assistenziali abbiamo ricevuto rassicurazioni circa l’apertura di un tavolo ad hoc, ma abbiamo chiesto di innalzare l’Isee ed aumentare la quota di versamento a carico della Regione, perché l’attuale compartecipazione chiesta all’utente è troppo elevata. Infine, - conclude – abbiamo chiesto maggiori controlli nei rapporti tra l’Ente regionale e gli erogatori di sanità privata accreditata, sia per la regolare erogazione degli stipendi sia per l’eccessivo ricorso agli ammortizzatori sociali e agli accordi di solidarietà”.
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