La riforma accorpa le aziende sanitarie, che da 12 diventano tre. In fase istitutiva i Dipartimenti delle professioni sanitarie.
FIRENZE. La nuova riforma sanitaria in Toscana è diventata legge, al termine di una lunga seduta del Consiglio regionale. Previsto un sistema più snello, con meno direttori generali e più servizi territoriali, razionalità nelle funzioni dei diversi presidi ospedalieri e maggiore integrazione tra sanitario e sociale, affinché ovunque si possano garantire gli stessi standard di qualità e sicurezza.
La svolta, ad un'iniziale fase di stallo, è arrivata con la decisione del Partito democratico di votare lo stralcio di 56 articoli (dall'80 al 135 e l'articolo 143) che, però, saranno riportate in Aula a gennaio, entro un mese. Le disposizioni stralciate attengono, principalmente, alla revisione dell'organizzazione di alcuni organismi (Consiglio sanitario regionale, Commissione regionale di Bioetica, Commissione terapeutica regionale, comitati etici), nonché ad interventi di adeguamento delle norme sull'assistenza farmaceutica, sull'Agenzia regionale di Sanità (Ars); delle norme riferite all'Estar, in materia di contabilità e della normativa sull'Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica (Ispo).
Al centro della riforma, l'accorpamento delle aziende sanitarie, che, da 12, diventano tre: Azienda Usl Toscana Centro (Asl 3 di Pistoia, 4 di Prato, 10 di Firenze, 11 di Empoli); Azienda Usl Toscana Nord-Ovest (Asl 1 di Massa Carrara, Asl 2 di Lucca, Asl 5 di Pisa, Asl 6 di Livorno, Asl 12 di Viareggio) e Azienda Usl Toscana Sud-Est (Asl 7 di Siena, 8 di Arezzo, 9 di Grosseto).
Anche i siti web delle Asl verranno unificati e saranno tre, corrispondenti alle nuove grandi Asl, anche se, in questa fase di passaggio, le pagine dei nuovi siti rimanderanno ai vecchi siti delle 12 Asl. Nulla cambia, invece, per le quattro aziende ospedaliero-universitarie: Aou Careggi, Aou Meyer, Aou Pisana e Aou Senese.
Deciso pure il potenziamento delle zone-distretto, che, nei prossimi mesi, da 32, dovrebbero passare a 25, e avranno la competenza sulla programmazione sanitaria.
In fase istitutiva i Dipartimenti delle professioni sanitarie: infermieristico-ostetriche, sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione, del servizio sociale) per valorizzare le competenze delle relative figure professionali.
Intanto, mentre Cgil, Cisl e Uil sbandierano in una nota il raggiunto un accordo soddisfacente con il governo regionale, Giampaolo Giannoni, coordinatore regionale Nursind (sindacato autonomo degli infermieri), spiega: “In molte aziende sanitarie locali, le principali sigle sindacali hanno firmato accordi assurdi per l’istituzione della pronta disponibilità in ambiti in cui non è prevista. Alla luce dell’entrata in vigore della legge 161/2014, che impone il rispetto dei turni di riposo, non riusciamo più a garantire i servizi - conclude Giannoni -. L’unica soluzione soddisfacente per i lavoratori del settore, e, naturalmente, per i cittadini, sarebbe l’apertura di nuove graduatorie per l’assunzione”.
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