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In Puglia buco da 100 milioni in Sanità, a rischio chiusura di alcuni ospedali

di Andrea Cataldo

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Nella Pasqua del lontano 1889 Florence Nightingale affermava: “Secondo me la missione delle cure infermieristiche in definitiva è quella di curare il malato a casa sua (…) intravedo la sparizione di tutti gli ospedali e di tutti gli ospizi. (…) ma a che cosa serve parlare ora dell’anno 2000?”

A distanza di oltre un secolo suscitano scalpore le dichiarazioni del neo governatore pugliese Michele Emiliano, che ha anche la delega per la sanità, in cui paventa un presunto buco da circa 100 milioni di euro, un dato che se confermato, comporterebbe la chiusura di alcuni ospedali su tutto il territorio.

Questo disavanzo è dovuto in parte all'utilizzo dei farmaci per l'epatite C, ma anche ad altre questioni oggetto di indagini.

Il governatore inoltre spiega come ci siano 14 strutture che farebbero più dell'80% del lavoro, mentre le altre sosterrebbero il lavoro di queste con costi elevati.

Non sappiamo se Florence Nightingale avesse ragione ma il rischio della chiusura degli ospedali potrebbe essere un'opportunità per i pugliesi, perché queste strutture, oltre ad avere un costo spropositato, ed ad esistere per ragioni di campanile o di potere locale, erogano una scarsa assistenza, e al di là delle prescrizioni delle tabelle ministeriali che stabiliscono i rapporti teorici tra personale e posti letto, in questi piccoli centri in realtà non c’è una vera necessità di ospedali generalisti, ma di presidi sanitari e di ambulatori, ecco perché tutti gli operatori sanitari potrebbero esercitare la loro professione al di fuori dall’ospedale per garantire assistenza e servizi ambulatoriali e domiciliari. Servizi che non solo costerebbero infinitamente meno, ma che garantirebbero un livello di assistenza migliore ai cittadini che abitano in questi centri.

Infermiere

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