BELFAST. Dall'Inghilterra, quindi, la scoperta che potrebbe rivoluzionare la diagnosi precoce o le indagini diagnostiche attraverso l'utilizzo di un presidio non invasivo.
Per chi soffre di Belonefobia, ovvero della paura degli aghi e dei taglienti, si tratta di una notizia inattesa.
A beneficiarne potrebbero essere coloro i quali per patologie ematiche e non solo sono costretti a fare uno o più prelievi al giorno e soprattutto per l'ambito pediatrico o per coloro che hanno accessibilità venosa contratta o inesistente.
L’ idea è venuta ad alcuni ricercatori della Queens University di Belfast.
Il presidio prodotto sperimentalmente in Inghilterra sostituirà gli aghi a farfalla e le siringhe.
Si tratta di un "cerottino" monouso da montare in area topica dotato di ben 361 micro-aghi, capace di prelevare le quantità di sangue necessarie per diversi tipi di esame. Il presidio non raggiunge le terminazioni nervose, recupero liquido interstiziale e non provoca per questo dolore.
Tra gli inventori vi è Ryan Donnelly, lo stesso che ha rimarcato la necessità di usare 361 micro-aghi al posto di uno solo.
I ricercatori della Queens University non sono i soli a lavorare all’alternativa alla siringa perché nel mondo esistono molti studi e sperimentazioni proprio in questa direzione. Anche se va detto che il cerotto con 361 aghi ha il pregio di essere di facile utilizzo e di non prevedere un particolare addestramento prima dell’utilizzo per medici e infermieri.
Non si è capito bene se i "cerottini" potranno essere impiegati anche per l'infusione di farmaci.
Ma che cos'è la Belonefobia o paura degli aghi e dei taglienti?
È una delle fobie più diffuse e meno conosciute tra i pazienti e tra gli operatori sanitari. Parliamo della Belonefobia, la paura persistente, anormale e ingiustificata degli aghi e gli spilli (conosciuta anche come Aichmofobia). Ne soffre circa il 10% della popolazione mondiale ed è un "disordine" spesso non considerato nella pratica assistenziale. Le persone affette da questa fobia si mostrano intimoriti dagli oggetti acuminati/taglienti, quali aghi, siringhe, coltelli, pezzi di vetro, coltelli, seghetti e qualsiasi altro supporto che possa provocare ferite e sanguinamenti.
Ad essa spesso si associano l'Emofobia (paura del sangue) e la Traumatofobia (paura delle ferite). Tale fobia può scatenarsi non solo nella vita reale, ma anche guardando un film in tv o al cinema. Non è altro che la reazione del corpo davanti a una situazione sgradevole, di emergenza e/o di pericolo.
Chi soffre di Belonefobia sarà perennemente ansioso anche in situazioni in cui gli oggetti non rappresentano una minaccia (il solo pensare di dover andare in un laboratorio per farsi un'analisi del sangue, oppure nel veder qualcuno in cucina manipolare un coltello). Nei casi pù gravi i Belonefobici evitano di vedere tali oggetti e rifiutano di manipolarli. È evidente che chi soffre di tale fobia avrà grandi difficoltà ad assistere alle consulte mediche, in quanto temono le iniezioni. La stessa cosa può accadere dal dentista. Al momento del parto anche le donne gravide belonefobiche manifestano difficoltà al momento di ricevere l'anestesia pre-nascita.
Tra i sintomi associati a tale fobia si ricordano: svenimenti, sudore dei palmi delle mani, capogiri, pallore, nausee, vertigini nel momento in cui si viene a contatto o si pensa a un oggetto tagliente. Alcune ricerche hanno evidenziato, infine, che questa fobia può avere origini ereditarie e genetiche.
L'assistenza infermieristica per tale fobia deve essere mirata e sempre più individualizzata, soprattutto se chi ne soffre è in età pediatrica.
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