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Patologie neurologiche: un microchip potrebbe cambiare la sorte di molti pazienti

di Angelo

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BOLOGNA. Un microchip cambierà per sempre la medicina moderna per i neuro-traumatizzati? E' quanto sperano di fare alcuni ricercatori della sede bolognese del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che hanno annunciato una micro-macchina capace di intercettare l'alfabeto neuronale e di rimodularlo in caso di malfunzionamenti dovuti a patologie o a sinistri. Si tratta di un microchip biocompatibile al 100%, trasparente, flessibile ed organico in grado di comunicare ed interagire con il funzionamento del nostro sistema nervoso. Ad annunciarlo nei giorni scorsi gli stessi ideatori del progetto e il sindaco della città di Bologna, Virgilio Merola.

Inserito in una rete neuronale questo chip è in grado non solo di leggere l'alfabeto con cui comunicano i neuroni, ma anche di interagire con essi. Quindi in futuro potrà essere possibile la loro manipolazione e addirittura la loro riparazione (traumi o per esempio morbo di Parkinson). La nuova piattaforma è stata pubblicata sulla rivista Nature Materials, una delle più prestigiose al mondo nel campo della scienza e la tecnologia dei materiali.

 

Hanno partecipato al progetto ben 13 ricercatori che per due anni hanno lavorato al progetto "Organic cell stimulating and sensing transistor". Al momento la sperimentazione è avvenuta solo in vitro, ma nei prossimi mesi dovrebbe realizzarsi in vivo grazie ad un accordo di collaborazione con altri centri europei di ricerca. La scoperta, inutile dirlo, apre prospettive enormi nella cura di malattie come il Parkinson o l'epilessia, ma anche nelle terapie antalgiche, superando i problemi di rigetto e di funzionalità di circuiti elettrici in ambienti pieni di acqua come il corpo umano.

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