Che il o i papilloma virus fossero intrusi fastidiosi lo si conosceva già, ma quale fosse la loro diffusione nella popolazione occidentale con precisione non si sapeva.
I papilloma virus si trasmettono principalmente tramite contatto sessuale e il loro numero appare elevato, oltre 170. Si dividono fondamentalmente, almedno per quanto fino ad oggi conosciamo, in due gruppi .
Quelli ad alto rischio di evoluzione verso forme neoplastiche, principalmente al collo dell'utero, ma anche anche in parti del corpo quali ano, laringe, esofago, cavità orofaringea; e quelli a basso rischio, colpevoli dei comuni condilomi piatti o acuminati (le creste di gallo).
Ebbene, una ricerca negli Stati Uniti ha evidenziato che circa i due terzi della popolazione adulta risulta portatrice di almeno uno di questi virus e molti di questi non sono evidenziati dai comuni test di laboratorio. Ma la ricerca sul DNA ha permesso di approfondire le conoscenze.
Con la tecnica dello studio del DNA frammenti virali di questi virus sono stati trovati nella cute per il 61,3% dei casi, nella vagina per il 41,5% dei casi, nella bocca per il 30% e nell'intestino per il 17% dei casi.
Molti HPV furono reperiti nel 48% dei soggetti positivi anche con i metodi tradizionali.
Quale rilevanza possa avere lo studio fatto su un numero limitato di soggetti dovrà essere approfondito con ulteriori indagini.
Ma anche il significato clinico di 'questo mescolamento di DNA virale e umano' dovrà essere compreso meglio, in quanto aspetti positivi potrebbere emergere, aspetti che oggi con gli attuali dati non riusciamo appieno a comprendere.
In ogni caso la diagnosi per il test virale coi metodi tradizionali dovrà essere meglio tarata, prima che possa sostituire appieno esami come il pap-test, oggi uffialmente ancora impiegato per la diagnosi precoce. Lo vedremo nel prossimo numero di Medicina Online, il 68°.
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