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Ordine Medici Bologna: "pericoloso far prescrivere farmaci ad Infermieri"

di Angelo

118

Protesta il sindacato dei medici UIL - FPL che definisce la decisione di sospendere i 4 medici dell'emergenza come "sciagurata!".

BOLOGNA. Non si placano le polemiche nel mondo politico, sanitario e sindacale dopo la decisione dell'Ordine dei Medici di Bologna di sospendere 4 medici dell'emergenza, rei di aver siglato procedure/protocolli per la prescrizione e somministrazione di farmaci da parte di Infermieri formati allo scopo e in alcuni casi specifici dell'emergenza/urgenza.

Ciò a danno della celerità e dell'efficacia dei soccorsi. In molti casi in emergenza è proprio il medico a delegare l'Infermiere in precise condizioni, per cui, come avviene in altre parti d'Europa e del mondo, i 4 medici interessati hanno solo dato l'ok ad una prassi consolidate e che l'Ordine dei Medici di Bologna ora fa finta di non conoscere.

A buttare benzina sul fuoco delle polemiche ci ha pensato, dopo l'intervento della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI, anche la Uil - Fpl che con una nota a firma del Segretario Generale Uil Fpl Giovanni Torluccio ed del Coordinatore Nazionale Uil Fpl Medici Roberto Bonfili esprimono la propria solidarietà ai 4 malcapitati.

"Riteniamo che la decisione presa si basi su considerazioni infondate - spiegano Torluccio e Bonfili - vi sono specifici protocolli infermieristici basati su linee guida condivise da tutti, oltre alle competenze avanzate acquisite dagli infermieri che operano nell’area dell’emergenza. E’ inaccettabile la sospensione di questi medici per aver predisposto e sottoscritto i protocolli per l’attività di assistenza e cura svolta dagli infermieri del 118 basandosi sulle indicazioni delle aziende sanitarie, della Regione e dello Stato."

"Ci domandiamo se questa decisione sia stata presa per difendere il loro campo di azione e se intenderanno procedere anche alla sospensione dall’ordine di quei Direttori Generali, qualora fossero medici, e dei Direttori Sanitari, che ottemperino alle linee guida regionali in contrasto con il loro pensiero" - concludono i due sindacalisti.

A spiegare la sua decisione ai giornali, con evidenti e farneticanti elucubrazioni che non hanno ragion d'essere di fronte alla evoluzione delle professioni sanitarie in Italia è stato Giancarlo Pizza, presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Bologna: "gli Ordini professionali nascono come enti preposti a vigilare sul corretto svolgimento dell'attività professionale, quindi in difesa dei cittadini, non dei medici. La vicenda ci addolora, è chiaro, ma era nostro compito intervenire nel modo che ritenevamo più corretto per tutelare la salute dei cittadini, ed è quello che abbiamo fatto, perché l'ordinamento giuridico da una parte e il codice deontologico dall'altra sono chiari: la diagnosi e la scelta delle terapie sono atti esclusivamente medici, e gli atti medici non sono demandabili".

Pizza chiarisce anche però, tra l'imbarazzo e il saper che pesci pigliare, che le sospensioni in ogni caso non sono già in atto, perché la procedura prevede che i medici abbiano un mese di tempo dalla presentazione delle motivazioni della sentenza per presentare ricorso alla Commissione per gli esercenti le professioni sanitarie, e, solo in caso di conferma della sospensione, la possibilità per i medici di ricorrere in Cassazione, che rappresenta l'ultimo grado di giudizio.

In altre parole i medici sospesi continuano ad essere in attività, ma con quale spirito continueranno a fornire il loro servizio alla collettività? Pizza lo sa?

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