Ecco la nuova frontiera della terapia del dolore. L'apporto professionale degli Infermieri Italiani per combattere cefalee, lombosciatalgie, gonalgie, ma anche ansia e panico.
Che cos'è la Neuromodulazione Auricolare e a cosa e a chi serve? Si tratta di una tecnica di Neuro Modulazione Periferica che utilizza le branche auricolari dei nervi. Nel caso specifico del trigemino, del vago e del plesso cervicale superficiale. Essa nasce dall’integrazione dell’Agopuntura Auricolare con tecniche non invasive di stimolazione del padiglione auricolare (quali la Trigeminal Nerve Stimulation): si sono sviluppate in ambito clinico e di ricerca. È una metodica che utilizza l'orecchio umano a scopo diagnostico e terapeutico per trattare prevalentemente, ma non solo, patologie dolorose.
Di recente anche gli Infermieri Italiani si sono avvicinati a questa tecnica.
Ma perché trattare proprio l'orecchio?
Sembra curioso, se non strano, pensare di lenire il dolore da cervicalgia o da lombosciatalgia stimolando alcuni punti specifici del padiglione.
Cosa ha a che fare l'orecchio col resto del corpo?
Anche se sorprendente, l'utilizzo dell'orecchio si spiega con la sua innervazione estremamente ricca e le numerose connessioni che esso ha con il sistema nervoso centrale. L'orecchio presenta una organizzazione somatotopica simile a quella che si trova a livello della circonvoluzione frontale o parietale ascendente.
Il principio fondatore è che in corrispondenza di un problema patologico presente nell'organismo, si attivino a livello auricolare Zone o Punti Riflessi con caratteristiche ben definite, obiettivabili con l'Ispezione, la Misurazione dell'Impedenza Cutanea e la Palpazione.
I punti o zone auricolari non sono la Proiezione, ma solo la Rappresentazione dell'Innervazione di un organo o di un territorio.
I punti riflessi verranno poi stimolati in maniera non invasiva e l'azione terapeutica è stata interpretata come riflesso ''elementare'' che invia segnali a livello cerebrale modificando quei disturbi presenti in periferia.
Nel corso degli anni la medicina contemporanea è giunta, in effetti, al suo massimo splendore. L'evoluzione delle tecnologie utilizzate in campo medico ha fatto sì che la chirurgia, con la sua potenza, possa risolvere quasi tutti i problemi con buoni risultati.
Sezionare il corpo del paziente, operare l'organo malato e ricucire. Apparentemente è tutto cosi chiaro e semplice.
Ma ci sono stati degli uomini di scienza che, nel passato, hanno messo in questione la certezza del loro modo di procedere razionale e settorializzato. Prima di loro si considerava l'uomo solo come un insieme di organi e tessuti non interconnessi. Nasce cosi la visione olistica dell'uomo.
Oggi sappiamo che ogni struttura naturale, ad ogni livello di organizzazione, si trova in uno stato di interconnessione (network) attraverso flussi di informazione circolare. Essi sono caratterizzati da stati dinamici e continui di feedback, in cui ogni cambiamento in uno di questi livelli influenzerà simultaneamente tutte le parti che compongono il sistema.
Assistenza, arte, filosofia, cultura.
Sembrano concetti nettamente diversi ma in realtà si completano a vicenda. Gregory Bateson, con la sua teoria sistemica, afferma che non è possibile parlare della realtà senza evidenziare la connessione di tutte le sue parti.
Ma cosa centra tutto questo con l'Infermieristica moderna?
La teoria dei sistemi introduce un modello di assistenza assai diverso dal tradizionale approccio allopatico (azione concentrata sul trattamento dei sintomi, sull’estrema specializzazione, sull’enfatizzazione dell’efficienza, con una professionalità legata ad un approccio emotivo neutrale).
Nel modello olistico (quello proprio degli Infermieri) la ricerca delle cause della malattia è fortemente orientata verso i modelli esistenziali. La persona è definita come un sistema vivente integrato con l’ambiente, non scomponibile in parti. La visione olistica della persona è da sempre una delle caratteristiche principali di una valida assistenza infermieristica.
"L’infermiere riconosce la salute come bene fondamentale della persona e interesse della collettività e si impegna a tutelarla con attività di prevenzione, cura, riabilitazione e palliazione" (art. 6 del Codice Deontologico dell'Infermiere).
Non a caso la salute per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) è ”uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non la semplice assenza dello stato di malattia o di infermità”.
Negli ultimi anni l'interesse per la Neuromodulazione Auricolare è andato crescendo; in realtà le radici di questa pratica si perdono nella notte dei tempi: gli Egiziani calmavano alcuni dolori attraverso la stimolazione di alcuni punti del padiglione auricolare.
Ippocrate riferisce di guarigioni da impotenza ottenute provocando piccoli salassi dell'orecchio. Una pratica diffusa tra i marinai, che solcavano nel passato le acque del Mediterraneo, era quella di portare un orecchino in un punto ben preciso dell'orecchio per migliorare l'acutezza visiva.
Dalla fine del IX secolo la medicina ufficiale dimentica le tecniche di stimolazione del padiglione. Per anni questa terapia è sopravvissuta come patrimonio della medicina popolare, praticata da guaritori, cerusici, barbieri, maniscalchi per trattare per lo più patologie dolorose.
Arriva in Cina nel 1957 e viene ribattezzata Agopuntura Auricolare, ma la storia moderna di questa metodica è strettamente legata al nome di Paul Nogier , medico lionese , che, partendo dall'osservazione di come alcuni suoi pazienti affetti da sciatalgia fossero guariti grazie ad una metodica che prevedeva la cauterizzazione di un punto sull'orecchio esterno, si avvicinò a questo metodo, iniziando egli stesso a cauterizzare e poi stimolare con aghi il padiglione auricolare.
Il nome cambia da Agopuntura Auricolare ad Auricoloterapia.
Nel '56 Nogier intuì come a livello dell'antelice esistesse la rappresentazione del rachide le cui componenti erano rappresentate capovolte. Le vertebre lombari in alto e le cervicali in basso. Il padiglione nel suo insieme rappresentava allora l'immagine del feto nell'utero. Scoprendo la corrispondenza dell'antelice con la colonna vertebrale, scoprì la chiave di volta di un sistema completamente nuovo del quale doveva verificare il fondamento. Così, partendo da questa armatura vertebrale, costruì la cartografia dell'orecchio. Confermò la validità dei suoi studi provocando sperimentalmente a vari pazienti un dolore periferico in una ben definita zona corporea e, successivamente, valutò la zona / punto sensibile corrispondente a livello del padiglione. Stimolando alcuni punti dell'orecchio, riuscì ad ottenere l'alleviamento di diversi dolori, differenti da quelli che provenivano solo dal nervo sciatico.
Dal 1980, dopo i lavori dello statunitense T. Oleson partendo da Francia e Cina questa terapia si diffonde in numerosi paesi fino ad arrivare in Italia nel 2012 , dove pian piano , grazie al contributo di numerosi ricercatori e dai lavori del dottor Bazzoni (Presidente della Scuola Italiana di Agopuntura, Auricoloterapia e Medicine Complementari GS.A.TN.) e del Prof. Pirino (Università di Sassari), prende forma.
Nasce così la Neuromodulazione Auricolare. Quest'ultima è una tecnica terapeutica non invasiva, efficace e sicura.
Ricordiamo, infatti, che la zona centrale dell’orecchio è l’unico territorio in cui il nervo vago si superficializza totalmente, per cui la stimolazione non invasiva risulta molto efficace. Il vago, secondo la teoria polivagale, svolge un ruolo primario nella risposta di stress e di rilassamento. Permette la comunicazione tra la periferia del corpo e il cervello e può veicolare i segnali di rassicurazione, cioè di assenza di pericolo.
Attraverso numerosi studi condotti, finalmente la metodica ha raggiunto una completa dignità scientifica e, allo scopo di promuovere ancor di più la ricerca sperimentale sulla Neuromodulazione, il Dipartimento di Scienze Biomediche dell'Università di Sassari ha istituito anche un centro di ricerca: il Centro per la Ricerca sulla Neuromodulazione Auricolare e sulle Terapie Complementari (Cernatec).
Tra vari studi effettuati ricordiamo quelli condotti da Wen e da Kitade. I loro lavori indicano come l'azione analgesica della stimolazione auricolare sia in parte mediata dalla liberazione di Oppioidi Endogeni: endorfine, encefaline e dinorfine. L'opera di Kitade su volontari sani ha dimostrato, invece, che la stimolazione auricolare è capace di innalzare la soglia del dolore in vari punti del corpo.
Ma quali sono le fasi di una visita da un esperto in Neumodulazione Auricolare?
- anamnesi;
- ispezione auricolare;
- ricerca dei punti dolorosi;
- trattamento dei punti.
Il microsistema auricolare fornisce al terapeuta informazioni che devono essere integrate con la storia clinica del paziente.
L'esame diagnostico prevede lo studio dei segni (semeiologia auricolare) rilevabili sul padiglione in concomitanza di patologie acute e/o croniche, ma a volte presenti anche in corso di turbe solamente funzionali. La lettura dei segni avviene in tre momenti fondamentali: ispezione, palpazione e misurazione della resistenza elettrica della cute.
L'ispezione auricolare.
Si basa sul principio che una qualsiasi condizione patologica può determinare modificazioni visibili sulla superficie auricolare.
Per esempio, secondo la scuola cinese:
- le alterazioni microvasali repertabili sul padiglione (teleangectasie o piccoli angiomi) sono segno di stasi di sangue;
- oppure macchie iperpigmentarie a livello dell'elice potrebbe essere indice di alterazioni scheletriche della colonna;
- o ancora la presenza di una plica del lobo è stato identificato come segno predittivo per lo sviluppo di malattie cardiovascolari come ipertensione o diabete.
Il professionista infermiere deve essere molto attento ad evitare bias (errori ricorrenti) interpretativi. Per esempio bisogna sempre tener conto dell'età del paziente. Ciò perché è fisiologico, con l'aumentare dell'età, avere un invecchiamento della cute del padiglione auricolare.
Insomma, la diagnosi auricolare offre la possibilità d'avere un quadro complessivo dei problemi del paziente. Essa permette di affrontare, nella stessa seduta, un ampio campo di sintomi e disturbi.
La palpazione.
La Detenzione baroestesica, conosciuta più comunemente come Palpatoria si avvale di particolari strumenti chiamati palpeurs, con i quali si ricercano i punti più sensibili. Il palpeur possiede una punta smussa di circa 2mm di diametro e una molla che permette di esercitare una pressione costante.
Nogier trovò che anche i Punti riflessi del padiglione presentavano delle variazioni della resistenza elettrica cutanea.
Dopo aver ricercato i punti riflessi, si passa alla stimolazione continua nel tempo attraverso l'uso di particolari sferette magnetiche o semini. Vanno posizionati sul padiglione con l'aiuto di una pinzetta e la permanenza va da 2-3 giorni a una settimana. Il paziente si autostimola il punto con la pressione delle dita fino a 3-6 volte al giorni.
In Cina questo metodo gode di grande popolarità, per l'economicità, la praticità e la facilità di applicazione. In Occidente e in Giappone si utilizzano spesso microsfere metalliche. Ne esistono di vari tipi: in acciaio, placcate in argento o in titanio, particolarmente utili perché anallergiche.
L'efficacia del trattamento si denota dopo le prime sedute e il suo vantaggio principale è la quasi totale assenza di controindicazioni.
Insomma ciò che succede nel corpo si rappresenta sul padiglione in modo dinamico preciso. '
"C'est comme avoir un écran tactile attaché a notre tète'' (è come avere un touchscreen sulla testa), spiega il prof. Alimi.
Questa metodica trova indicazione nel trattamento di patologie sia croniche sia acute, come le cefalee, lombosciatalgie, gonalgie, disfunzioni Articolazione Temporo Mandibolare (ATM).
Si propone come efficacia alternativa analgesica sia nell'atto chirurgico programmato, sia in un urgenza e anche in pazienti che soffrono di ansia/panico del dentista.
L'Urgenza.
La Neuromodulazione Auricolare può essere d'aiuto in tutti quei casi dove il paziente ha bisogno di un sollievo rapido. La si può considerare una medicina d'urgenza; è in effetti il mezzo ideale per alleviare, in un primo momento, tutti coloro che non possono ricevere le complesse cure della medicina moderna (farmaci, mezzi fisici). Possiamo, per esempio, servirci di questo metodo dopo un trauma o di fronte ad una crisi acuta (una litiasi della colecisti, per esempio).
La Neuromodulazione Auricolare agisce particolarmente nelle algie, è la sua prima indicazione. Tutti i tipi di dolore possono essere influenzati, attenuati, alleviati e a volte eliminati con il trattamento a livello dell'orecchio. Possiamo migliorare più o meno rapidamente il paziente a seconda dell'importanza del suo disturbo e a seconda della sua reazione nei confronti della terapia ( il terreno gioca un ruolo importante).
La Neuromodulazione Auricolare costringe il pensiero ad andare in un nuova direzione: la malattia non appare più come un'entità impersonale ed isolata, ma, al contrario, come legata strettamente al terreno che la sostiene.
La figura dell'infermiere si sta evolvendo con l'acquisizione di nuove competenze. Attraverso l'integrazione armonica delle conoscenze e dei linguaggi, si contribuisce a restituire quella forma di cultura assistenziale che tiene conto della malattia dell'uomo e del suo ambiente. L'infermiere oggi è un professionista della salute, ha un profilo professionale ed un codice deontologico, improntati sull'autonomia e responsabilità. L'autonomia si conquista, però, attraverso un duro lavoro di studio, dedizione e aggiornamento costante, con il quale è possibile acquisire sempre più nuove competenze utilizzandole nell'ambito delle attività professionali a vantaggio del paziente.
Non è necessario diventare un seguace di questa metodica, si tratta solo di essere sinceri ed intelligenti, accettare di guardare ed osservare, cercare di capire, considerare l'evidenza senza ostilità: questo è ciò che auguro a chi legge questo articolo; in seguito egli stesso sarà giudice e sceglierà.
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