Secondo incontro di “La Scienza e le Sue Frontiere”. Un approfondimento per comprendere da vicino ruolo e potenzialità di queste preziose cellule in questo settore specifico della ri-proliferazione cellulare.

BIELLA. Un viaggio nell’applicazione clinica delle cellule staminali. Il prof. Michele De Luca, docente presso l’università di Modena e Reggio Emilia, è stato il protagonista del secondo appuntamento del ciclo di conferenze “La Scienza e le sue Frontiere”, promosso dall’Asl di Biella. “Staminali dalla speranza alla Cura, per l’Epidermolisi Bollosa e le lesioni della cornea”.

Un approfondimento per comprendere da vicino ruolo e potenzialità di queste preziose cellule nell’ambito della medicina rigenerativa. Due specialità diverse, dermatologia e oculistica, quelle coinvolte più direttamente in questa occasione. All’incontro erano presenti il dott. Roberto Manzoni, della dermatologia dell’Asl Bi, e la dott.ssa Rita Masi, dell’oculistica. Entrambi hanno richiamato l’attenzione sull’opportunità straordinaria che un aggiornamento di così alto profilo è in grado di offrire.

Ricostruire un tessuto che si è distrutto. È questo il punto di partenza e al tempo stesso la possibilità offerta a diversi pazienti che in molti casi non avevano più una speranza di vita.

Non esiste una sola cellula staminale; sono in realtà tantissime. Nel corso del suo intervento il prof. De Luca ha illustrato diversi casi clinici in cui le cellule staminali epiteliali adulte sono state utilizzate per la ricostruzione della pelle, dell’epitelio corneale in gravi ustioni chimiche dell’occhio e per la terapia genica di devastanti malattie genetiche della pelle.

Le immagini proiettate – prima e dopo i trattamenti – mostrano occhi che tornano ad avere un aspetto normale, parti del corpo colpite da gravi ustioni che poi vengono ricostruite grazie a questa tecnica. Un percorso, quello che ha portato alla costituzione del centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari” - diretto dal prof. De Luca - lungo ed articolato, fatto di studio e ricerche sul campo che hanno permesso di scoprire nel tempo tutte le potenzialità associate alla medicina rigenerativa. Colture cellulari che hanno un numero specifico di cellule staminali e che, se utilizzate, possono garantire una migliore riuscita nel lungo periodo.

“Solo dopo che hai dimostrato sicurezza ed efficacia – ha ribadito il prof. De Luca – puoi pensare di sottoporre il paziente a terapie di questo tipo”.