È divisa in due parti (Sanità e Sociale) la Riforma sanitaria approvata il 5 agosto dal Consiglio regionale e illustrata il 6, in conferenza stampa, dal presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, insieme ai consiglieri Fabio Rizzi e Angelo Capelli, relatori del provvedimento.
Sono sei i punti salienti della prima fase di applicazione della nuova legge che entrerà in vigore non appena pubblicata sul Bollettino ufficiale della regione Lombardia.
Sono confermati i principi del 'Libro Bianco' (libera scelta e presa in carico del paziente) e sono individuati i pilastri che la 'sorreggono':
- miglioramento dei servizi per il cittadino - Sarà migliorata l'integrazione tra Sanità e Sociale (Assessorato unico al Welfare e Aziende socio-sanitarie territoriali). Contemporaneamente, sarà migliorata anche l'assistenza per malati cronici, anziani e disabili.
- la rivoluzione degli ospedali - Le vecchie AO si trasformano nelle nuove ASST, che faranno anche assistenza sul territorio. Non ci sarà nessuna chiusura e nessun declassamento di ospedali.
- nasce il polo del bambino - Saranno integrati Buzzi, Sacco, Macedonio Melloni e Fatebenefratelli.
- aumentano i controlli - Viene creata l'Agenzia di Controllo della qualità e della spesa, composta da esperti indipendenti. Vengono separate programmazione e gestione.
- riduzione dei costi - La legge prevede il dimezzamento delle ASL (da 15 a 8) e l'ARCA (Agenzia regionale centrale acquisti) come centrale unica acquisti per gli appalti.
- riduzione ticket, liste di attesa e rette di rsa - Grazie ai risparmi che deriveranno dalla nuova norma. Le risorse disponibili saranno pari a oltre 300 milioni di euro.
C’è poi una seconda fase che riguarda il sociale e a ottobre parte il 'Reddito di autonomia', i cui obiettivi sono:
- l'inclusione sociale;
- la lotta alla povertà.
Sono già stati stanziati 250 milioni di euro.
«Quando ho deciso di assumermi la responsabilità diretta della riforma, sapevo quel che rischiavo: ci ho messo la faccia e, se non l'avessi fatto oggi, non saremmo qui a parlare di questa legge di riforma del Servizio socio-sanitario. Sono molto soddisfatto, non è una vittoria mia, è una vittoria dei cittadini lombardi: la riforma va nella direzione giusta per garantire migliori servizi, minori costi e riduzione del carico fiscale per i contribuenti». Ha introdotto così il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni la conferenza stampa nel corso della quale ha illustrato gli elementi qualificanti della riforma approvata ieri sera in Consiglio regionale.
Erano presenti i consiglieri regionali Fabio Rizzi e Angelo Capelli, relatori del provvedimento in Aula consiliare. «Su qualche giornale di oggi c'è scritto che la riforma sarebbe stata rinviata - ha aggiunto il presidente Maroni - ma la legge è stata approvata, quindi non è stata rinviata. Siamo riusciti a convincere le opposizioni a ritirare gli emendamenti e a non fare ostruzionismo, accettando proposte che erano sicuramente migliorative, lo riconosco, nell'interesse dei cittadini: per esempio, il sistema dei controlli esterno e indipendente».
Il presidente Maroni ha poi spiegato che «la norma che prevede che entro fine ottobre si possa ritoccare un allegato - ha detto con forza - significa che è un allegato, la legge c'è. Qualche modifica dei confini si può fare. Ciò che conta di più è che sono stati confermati tutti i principi del 'Libro bianco', che contiene il progetto del nuovo welfare lombardo».
La legge sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia tra pochi giorni.
«Questa è la 'Fase 1-Sanità' - ha sottolineato Maroni - cui seguirà la 'Fase 2-il Sociale', di cui ci occuperemo da settembre, perché dal 1° ottobre vogliamo applicare le nuove disposizioni in materia di reddito di autonomia».
«Staremo molto attenti quando nomineremo i nuovi direttori generali - ha poi annunciato il presidente - perché abbiano un nuovo approccio culturale: la nuova Asst ha due rami d'azienda, l'ospedale e il sociale. E questa riforma - ha ribadito - non è fatta per risparmiare, i risparmi saranno re-investiti nel Sistema socio sanitario». Tornando all'approvazione della legge di riforma, il presidente Maroni ha ringraziato i relatori, i consiglieri regionali Fabio Rizzi e Angelo Capelli, evidenziando come ci sia stato «un grande gioco di squadra, per arrivare ad approvare la misura più importante di metà legislatura». E ancora: «Una bella sfida, per realizzarla serviranno persone che ci credono, convinti della legge e dei suoi contenuti. Ora seguirà la nomina dell'assessore al Welfare, che si occuperà dei due settori».
Rispondendo alle domande dei giornalisti circa il nuovo assessore che gestirà la legge di riforma, il presidente Maroni ha assicurato di aver in mente l'esatto profilo di chi ricoprirà questa carica: «deve essere uno che condivide la legge, ci crede fino in fondo e vuole attuare una riforma con tanti cambiamenti condivisi con chi opera sul territorio. - e ha proseguito - Il nuovo assessore dovrà andare a parlare con gli operatori, e deve essere in grado di interloquire con chiunque, deve essere anche un buon comunicatore. - e concludendo riferisce - Terza e ultima caratteristica: deve essere disponibile a lavorare almeno 12 ore al giorno».
Il presidente Maroni ha poi illustrato la proposta di riforma del Sociale, che coinvolge direttamente il 'Reddito di autonomia' e ha fatto riferimento a tre diversi documenti. «Quello elaborato dalla Caritas ambrosiana, che preferisco - ha specificato il Presidente - dice come intervenire in Lombardia per lottare contro la povertà e per aumentare l'inclusione sociale. Non è l'autonomia in senso politico, rispetto al centralismo, è come rendere autonomi dallo stato di povertà e di bisogno. L'altro documento è stato proposto dall'Anci, dai sindacati e da importanti associazioni di volontariato, oltre che dalla Conferenza delle Regioni, nel febbraio di quest'anno, dice le stesse cose e indica alcune strategie su base nazionale. Infine, c'è l'iniziativa del Movimento 5 Stelle denominata 'Reddito di cittadinanza'».
«Noi vogliamo formulare una proposta organica e specifica per la Lombardia. - ha detto Maroni, spiegando - Si tratta di un contributo economico, ma anche di tante altre cose, che finanzieremo utilizzando parte dei 970 milioni di euro del Fondo sociale europeo 2014-2020 e, all'interno del capitolo 'Politiche attive del lavoro', c'è anche un Asse specifico con 220 milioni di euro per l'inclusione sociale e la lotta alla povertà. Fortunatamente non abbiamo problemi di risorse - ha sottolineato il Presidente - ma dobbiamo saperle spendere bene, a esclusivo vantaggio dei cittadini lombardi: è la cosiddetta 'Fase 2' della riforma che intendiamo attuare e, già ieri, abbiamo messo le basi in modo che la definizione degli interventi da fare sia pronta prima della fine di settembre». Tra gli elementi proposti per questa riforma il presidente Maroni ha ricordato un provvedimento cui tiene molto e che già quando fu ministro del welfare introdusse, il bonus bebè: «per aiutare le giovani coppie - ha spiegato - che magari hanno un lavoro precario, fanno fatica a pagare l'affitto e vogliono metter su famiglia e desiderano un figlio, noi vogliamo evitare che rinuncino a questo, solo perché non hanno redditi adeguati».
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