280 interventi di chirurgia ricostruttiva eseguiti in 12 giorni, tra questi una donna di 30 anni affetta da neurofibromatosi: "l’operazione le ha ridato il sorriso".
LEGNANO. Soffriva da anni di una malattia deformante al viso, quella per cui è stato realizzato il film “The elephant man”. A febbraio di quest’anno è tornata a una vita normale grazie all’intervento chirurgico realizzato dal team di chirurghi plastici dell’associazione no profit Aicpe Onlus, che si è recata in Paraguay per una missione umanitaria.
È la storia di una donna di 30 anni affetta da neurofibromatosi, una malattia deformante che causa la comparsa di tumori sulla pelle, che è stata una delle 280 persone operate durante il viaggio umanitario di due settimane in Paraguay a cui hanno preso parte Marco Stabile, fondatore e tesoriere di Aicpe Onlus responsabile della Chirurgia Plastica dell’ASL di Piacenza e già alla sesta missione compiuta all’estero; Gian Luca Gatti, dirigente medico dell’Unità Operativa di Chirurgia Plastica di Pisa, e Alessandro Giacomina, chirurgo plastico a contratto nella stessa Unità Operativa di Pisa, entrambi alla prima esperienza di missione.
Il viaggio rientra nel progetto “Chirurgia che cambia la vita” del programma "Ñemyatyro Paraguay" (Ricostruzione in Paraguay), che prevede la realizzazione di interventi chirurgici gratuiti a beneficio di pazienti in gravi condizioni e privi dei mezzi economici sufficienti, portato avanti dal Ministero della Salute paraguaiano attraverso il Centro Nazionale delle Ustioni diretto dall’amico Bruno Balmelli, paraguaiano di origine italiana.
«Abbiamo eseguito 280 interventi di chirurgia ricostruttiva in 12 giorni: molti erano interventi complessi, esiti di ustioni o malformazioni, tumori e numerosi sono stati anche i casi di labiopalatoschisi» afferma Stabile.
Uno dei casi in cui la chirurgia plastica ha davvero cambiato la vita della paziente è quello della “Elephant woman” trentenne, affetta da neurofibromatosi o Morbo di Von Reclinghausen: «Con questa patologia i tumori si sviluppano rapidamente su tutto il corpo, viso incluso, deturpando la paziente che si trova così costretta a evitare il contatto con altre persone in quanto diventa oggetto di attenzioni particolari, ma anche di scherno. Da qualche anno a questa parte, nei casi più gravi di neurofibromatosi si effettua il trapianto di faccia» spiega Stabile.
L’intervento, eseguito dall’èquipe guidata da Marco Stabile nell’ospedale di San Juan Bautista , è servito per asportare i grossi tumori deformanti del viso che le provocavano la caduta della parte sinistra della faccia: «Per la paziente è stata una vera rinascita: la sua felicità nel vedersi allo specchio nel postoperatorio ci ha ripagato di tutti gli sforzi che abbiamo effettuato per compiere questa nuova missione. Ora la giovane donna potrà nuovamente recarsi in città contenta e senza più la paura di essere osservata e derisa» dicono i tre chirurghi italiani.
Tanti altri interventi sono stati effettuati dai medici di Aicpe Onlus, 280 in totale. A beneficiarne la popolazione più povera che spesso non ha l’opportunità di spostarsi fino alla capitale per operarsi. «Ho notato un miglioramento generale delle condizioni di vita rispetto all’anno scorso, quando ho svolto la mia prima missione in Paraguay, anche se molte rimangono le persone che non hanno accesso ai servizi medici di base. Noi siamo qui proprio per questo» conclude Stabile.
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