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Il DNA non mente mai, amici Europei siete tutti Immigrati Africani e da 45.000 anni!

di Redazione

Preistoria

Lo testimoniano i ritrovamenti umani di Grotta Paglicci in Puglia, dove 45.000 anni fa, nel pieno del Paleolitico Superiore, arrivarono i “popoli neri” e colonizzarono con la loro cultura, i loro saperi e i loro sapori la civiltà moderna dando origine alla stirpe Europea che conosciamo.

RIGNANO GARGANICO. La genetica non mente, mai! I popoli moderni d’Europa hanno chiaramente origini Africane e lo testimoniano i ritrovamenti di Grotta Paglicci (ubicata nella Puglia Garganica), uno dei siti preistorici più conosciuti al mondo per i suoi reperti Paleolitici che hanno permesso di ricostruire tanti anelli mancanti della storia dell’Homo Erectus, Homo di Neanderthal e Homo Sapiens.

In grotta sono stati rinvenuti ad oggi oltre 45.000 reperti (databili tra i 500.000 e gli 11.000 anni fa), tra cui due sepolture intere del Paleolitico Superiore; pitture parietali di cavalli in ocra rossa; focolai; graffiti artistici e antropomorfi su ciottoli, ossa e massi; resti di pasti e banchetti; testimonianze di culture religiose arcaiche e una industria litica senza precedenti al mondo.

Ma veniamo al motivo del nostro comunicato. Secondo le più recenti ricerche scientigiche, l’Homo Sapiens di Grotta Paglicci potrebbe avere origini africane e non essere autoctono: a supportare questa tesi, le teorie sull’evoluzione della razza europea moderna sostenute ormai da quasi tutti i ricercatori italiani e stranieri.

In Italia – a dire degli archeologi che ne parlano su www.grottapaglicci.it, curato da giornalisti Angelo e Antonio Del vecchio – la nuova specie si è stabilita principalmente in sette aree tra le quali Grotta Paglicci a Rignano Garganico nel Foggiano, Grotta delle Veneri a Parabita e Giacimento di Samari a Gallipoli, due siti nel leccese.

UomoPaglicci

L'uomo di Grotta Paglicci era un Africano, lo dimostra il suo DNA.

Circa 200.000 anni fa nasceva in una zona ristretta dell’Africa un uomo differente, dall’intelligenza superiore e da una praticità stilistica e di adattamento fuori dal comune. Si tratta dell’Homo Sapiens, che nel giro di circa 160.000 anni ha rimpiazzato in tutto il mondo l’ormai obsoleto Homo neanderthalensis.

Questa affascinante teoria, come spiega Stefano Ricci dell’Università degli Studi di Siena in uno dei suoi sopralluoghi presso la Mostra-Museo di Grotta Paglicci a Rignano Garganico, parla di 7 mamme progenitrici, che dall’Africa si sono spostate in Europa e diffuse nel globo terrestre.

Dall’analisi del Dna mitocondriale, che si trova nel cosiddetto Mitocondrio cellulare (vera e propria centrale energetica degli organismi viventi), si è scoperto che l’attuale razza europea non è più antica di 45.000 anni.

A tale conclusione sono giunti qualche tempo fa i ricercatori del Centro romano di Antropologia molecolare per lo studio del Dna antico, guidato da Olga Rickards, scienziata di fama internazionale.

La Rickards – come riferisce il sito internet www.grottapaglicci.it - ha messo in piedi, assieme al suo team di esperti, una sorta di macchina del tempo, che analizza il Dna più arcaico. E’ grazie a questo Centro (ma anche a quelli di Pisa e Firenze) che si è potuto stabilire con certezza che non c’è alcun legame tra l’Homo di Neanderthal, che visse anche a Paglicci, e l’Homo Sapiens, di cui sono stati rinvenuti due scheletri umani interi nella grotta rignanese (un giovinetto di 11-12 anni, vissuto 23-24.000 anni fa, e una ragazza di 18-21 anni, deceduta 24-25.000).

In più, la donna che abitava a Grotta Paglicci è stata certamente la madre evolutiva di tanti Homo Sapiens, che hanno poi colonizzato il Meridione, il Centro e il Settentrione italico ed Europeo. Parlare, però, di una razza nata in loco non è, secondo questa ultima teoria, una dichiarazione esatta.

Infatti, anche la specie vissuta a Grotta Paglicci, a sei-sette chilometri da Rignano Garganico, avrebbe origini Africane.

Probabilmente il Neanderthal di Paglicci è stato da essa sostituita, forse a causa della legge principale che disciplina da sempre natura: il più forte vince sul più debole. E oggi è il Dna mitocondriale a dimostrarla con scientificità assoluta.

E non è tutto, a dimostrare la tesi è il Volto ricostruito dell’Uomo di Grotta Paglicci che non lascia ombre di dubbio sulle nostre origini africane!

L’Europa, quindi, è stata colonizzata dai popoli più evolutivamente intelligenti degli indigeni, checché de dicano i vari sostenitori della “razza eletta del Nord”.

Cari Africani di oggi, re-immigrati per fame e per cultura, bentornati a casa!

Per saperne di più sul sito preistorico pugliese: www.grottapaglicci.it, portale realizzato dal Movimento culturale “Amici di Grotta Paglicci” in collaborazione con l’Associazione ComuniCare di Rimini.

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