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Genetica, invecchiamento e Alzheimer

di Redazione

Neuroscienze

Per l'edizione 2015 della Giornata Scienze Neurologiche dedicata a Pasquale Montagna. Premiata una giovane ricercatrice per studio su mutazioni genetiche e rischio di Alzheimer. Venerdì 11 dicembre all'Archiginnasio.

BOLOGNA. Conoscere le cause della malattia di Alzheimer per migliorarne la prognosi e cercare di prevenirla. E’ il tema al centro della edizione 2015 della giornata delle Scienze Neurologiche, promossa dall’Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna (ISNB) assieme al Dipartimento di Scienze Biomediche e Neuromotorie dell'Università di Bologna, in programma l'11 dicembre presso la Sala della Società Medica Chirurgica all'Archiginnasio, a Bologna.

La giornata, dedicata a Pasquale Montagna, scomparso cinque anni fa, sarà aperta alle 15 dal Direttore Scientifico dell’ISNB, Agostino Baruzzi, e vedrà la partecipazione, tra gli altri, di Pierluigi Nicotera, Direttore Scientifico del Centro nazionale per le Malattie Neurodegenerative di Bonn, tra i massimi esperti nel campo della ricerca sui meccanismi molecolari che portano alla morte neuronale.
Nicotera approfondirà la relazione tra fattori genetici, invecchiamento e neurodegenerazione, un tema centrale della ricerca dell’ISNB, impegnato su più fronti per individuare le cause che trasformano l’invecchiamento naturale e sulla insorgenza di patologie neurodegenerative. L’ISNB coordina, tra l’altro, il progetto di ricerca Propag Ageing, finanziato per 6 milioni di euro dalla Commissione Europea per scoprire i profili molecolari del Parkinson.

A questa edizione della giornata delle Scienze Neurologiche è abbinata la cerimonia di consegna del Premio della Fondazione Gino Galletti European Neuroscience Prize 2015, destinato a un giovane ricercatore europeo che opera nel settore delle patologie neurodegenerative. Il riconoscimento, che comprende un premio economico di 10 mila euro, quest’anno andrà a Rita J. Louro Guerreiro, MS, PHD, del Dipartimento di Neuroscienze Molecolari dell'University College di Londra, che si è distinta con uno studio su alcune mutazioni genetiche associate a un significativo aumento del rischio di malattia di Alzheimer.

 

Il Centro esperto per i Disordini Cognitivi dell’ISNB

Presso l'ISNB è attivo un Centro esperto per i Disordini Cognitivi, con laboratori specializzati in grado di effettuare le indagini più avanzate come quelle liquorali, genetiche e neuropatologiche, specifiche per la diagnosi e lo studio delle demenze.
Il Centro offre, inoltre, un servizio ambulatoriale dedicato con neuropsicologi, e la possibilità di effettuare prestazioni in Day Service, Day Hospital o in regime di ricovero ordinario. Tra le prestazioni offerte dal Centro, la stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS), una delle terapie più innovative nella cura delle demenze, tra le quali rientrano, accanto alla malattia di Alzheimer, anche le demenze frontotemporali e le malattie da prioni.
Il Centro opera in stretto coordinamento con la Geriatria Territoriale e Disturbi Cognitivi del dell'Azienda, attraverso un gruppo di lavoro multidisciplinare sostenuto anche da un contributo della Fondazione del Monte, per la messa in rete delle competenze specialistiche e la realizzazione di percorsi di presa in carico che assicurino la continuità delle cure tra ospedale e domicilio del paziente.

 

La Fondazione Gino Galletti

La Fondazione Gino Galletti, fondata a Bologna nel 1996, dedica la propria attività allo sviluppo della ricerca sulla malattie neurodegenerative, come Alzheimer, Parkinson, malattie da prioni.
Tra le diverse iniziative promosse dalla Fondazione, la creazione di un laboratorio di ricerca dedicato alla diagnostica molecolare delle demenze e delle malattie neurodegenerative presso l’ISNB, e l'istituzione del Premio Europeo destinato a giovani ricercatori impegnati nello studio di queste patologie.
Attualmente la ricerca finanziata dalla Fondazione è indirizzata principalmente verso lo studio dei meccanismi neurobiologici alla base delle malattie neurodegenerative e alla ricerca di biomarcatori che permettano la diagnosi precoce della malattia. A tutt’oggi sono 8 i ricercatori premiati nel corso degli anni.

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