Lettera di un soccorritore che prova a giustificare l'azione delle Croci nel sistema dell'emergenza lombardo.
Buongiorno Direttore,
sono un volontario in servizio presso una croce che opera a Milano città. Le scrivo perchè sono scandalizzato dall'articolo che avete pubblicato sul vostro sito.
Non basta avere un sito per diventare giornalisti.
Innanzitutto occorrerebbe avere la capacità di formulare un pensiero che stia in piedi, esprimere dei nessi causa-effetto chiari e soprattutto documentarsi per bene prima di cominciare a digitare tasti a caso.
Tanto per cominciare non ci sono guerre interne e i volontari non vengono pagati.
Proseguendo: la formazione non dura 2 mesi, ma un intero anno scolastico 3-4 sere la settimana. La formazione continua poi con altri corsi-esami annuali sulla defibrillazione, sull'esecuzione di ECG, maxiemergenze, etc...
Aggiungiamo poi il corso per diventare capoequipaggio, quello di guida in emergenza etc...
I volontari dicevo, non vengono pagati. Di giorno vanno all'università o al proprio lavoro e di notte (1 volta alla settimana) dedicano il proprio tempo a soccorrere i concittadini che ne hanno bisogno.
Come dicevo usiamo DAE, facciamo ECG che trasmettiamo in Centrale Operativa e direttamente in emo-dinamica, dove portiamo direttamente i pazienti affetti da IMA (diagnosticato dal medico di CO), saltando il pronto soccorso e migliorando quindi drasticamente i tempi di riperfusione dei tessuti miocardici in sofferenza.
Anche per quanto concerne gli incidenti stradali disponiamo di moltissime attrez
zature per l'immobilizzazione a-traumatica, che veniamo accuratamente istruiti ad utilizzare.
Tutto questo, ripeto, lo facciamo gratis, il che significa bilanci regionali in attivo e non in rosso come in regioni che hanno interamente medicalizzato il servizio ed eliminato i volontari.
Dal ghetto dal quale scrive rinchiuso senza documentarsi, avrà anche sentito parlare delle automediche. 4 macchine sulla città di Milano (a fronte delle 20-30 ambulanze BLS) con equipaggio composto da medico rianimatore, infermiere di area critica e autista soccorritore, che vengono a darci supporto solo sui casi a più alta gravità, laddove la competenza medica/infermieristica e attrezzature loro riservate sono veramente necessari.
Non sui codici verdi (informandosi avrebbe potuto scoprire che sono oltre l'80% degli interventi), dove risparmiare risorse è un dovere.
Francesco, volontario del soccorso a Milano
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Carissimo Francesco capisco la sua rabbia e il suo risentimento per un servizio che racconta la verità delle cose, la stessa verità che fa male perché scotta. Sono un giornalista da ormai 24 anni e qui in basso può leggere il mio curriculum professionale e da professionista glisso sulle sue offese. Tornando al motivo della sua e-mail le dico che non fa altro che rafforzare la nostra tesi, ovvero che è necessario creare anche in Lombardia contro la volontà del dio denaro un sistema dell'emergenza basato essenzialmente su professionisti sanitari e non su volontari che pur mettendocela tutta non hanno le basi scientifiche per capire quanto può essere dannoso per se e per gli altri un errore durante un intervento. Sono anche un infermiere di corsia e tutti i giorni constato con consapevolezza che occorre lavorare ancora tanto sulle "Croci". Gettando acqua sul fuoco le dico che stiamo ricevendo tanti complimenti e segnalazioni sui comportamenti al limite di alcuni volontari che spesso vedono il soccorso come un gioco e non come una cosa seria. E la colpa non è la vostra ma di un sistema sanità che non funziona in Lombardia e in tutta Italia. Grazie continui a seguirci.
Angelo Riky Del Vecchio, Direttore Responsabile Nurse24.it
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