USA. L'infezione da chikungunya virus determina una febbre con dolori articolari diffusi che possono protarsi per lunghi periodi con possibili complicanze oculari e che possono evolvere in patologie auto-immuni.
L’infezione tipica dei Paesi africani e asiatici si è estesa alle isole Caraibiche e agli Stati Uniti. Serbatoio della infezione possono essere oltre all’uomo, anche scimmie e roditori, trasmettono l’infezione le zanzare, specie quelle del tipo Aedes, tipiche dei climi sub-tropicali, ma presenti anche negli Stati Uniti.
Appare ovvio che l’infezione può avere importanza, in particolare rispetto al turismo in generale e ai turisti nelle diverse parti del mondo.
Negli Stati Uniti sono stati segnalati 584 casi, ma molti più casi nelle Americhe del Sud. Non esistono farmaci o vaccini.
Un primo vaccino è in corso di sperimentazione in questi mesi in uno studio di Fase I riportato dalla rivista Lancet.
Venticinque adulti sono stati trattati e tutti hanno sviluppato anticorpi neutralizzanti il virus dopo la terza dose.
Una buona prospettiva, sperando che il vaccino superi le fasi successive della ricerca.
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