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Arriva il Viagra Rosa, ma farà veramente bene alle donne?

di Maria Cristina Iannacci

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Il desiderio è la risultante di svariati fattori non solo ormonali, ma intrapsichici, relazionali ed altro. Ne parliamo con la sessuologa Maria Cristina Iannacci, Pugliese di origini e Emiliana di adozione.

CARPI. La nuova pillola per il trattamento del Desiderio Sessuale Ipoattivo, cioè il calo del desiderio sessuale, non è altro che uno psicofarmaco che agisce sui livelli di serotonina, neuro-trasmettitore implicato nella ricerca del piacere (non solo sessuale, anche del cibo per es.). Il desiderio è la risultante di svariati fattori non solo ormonali, ma intrapsichici, relazionali ecc... come si può leggere nell'articolo che di seguito ripropongo. Ridurre la terapia del calo della libido ad una pastiglia, non priva di effetti collaterali e con efficacia a lungo termine (non a richiesta diretta come la pillola azzurra nel maschio!!!) vuol dire non avere rispetto per la donna. Questo stato patologico tra l'altro non è per nulla appannaggio della donna in perimenopausa ma comporta una maggiore sofferenza nella donna in età fertile perché mina gli equilibri erotici della coppia. La donna in peri-menopausa spesso cala come vivacità tra le lenzuola in sintonia con il calo di potenza del compagno.

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Viagra Rosa: per molti è solo una truffa e da troppi effetti collaterali...

La verve sessuale rispecchia chi siamo nella vita in quel momento. Andrebbe studiato con attenzione lo stato psico-fisico a 360 gradi della paziente, tenendo presente che il sesso e la riproduzione sono un lusso da punto di vista energetico. Si tratta di un concetto di Medicina Funzionale (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia PNEI) disciplina ormai fondamentale per capire gli stati di distress del vivere quotidiano. La modulazione dei neutrasmettitori implicati nella ricerca del piacere è uno dei target della PNEI ma le terapie PNEI non utilizzano psicofarmaci bensì un insieme di aiuti rivolti a curare la radice del problema calo-del-desiderio, ovvero l'iperattivazione degli assi dello stress.

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Tempo fa parlavo di pensieri e fantasie a sfondo sessuale che ci spingono a ricercare un comportamento sessuale attivo, in poche parole, del desiderio sessuale.

Alla base di un normale desiderio sessuale ricordiamo che deve esserci , oltre alla integrità organica, ovvero una buona salute, un corretto equilibrio psicologico-affettivo e sociale, cioè una buona integrazione fra la condizione psicologica della donna, le relazioni che è in grado di instaurare sia in coppia che in ambito sociale, il tutto condito da fattori socioculturali, educativi ed eventualmente religiosi.

Diversa è la valenza dei singoli fattori nelle varie epoche della vita e diverso è l’andamento del desiderio sessuale nell’arco della vita nello stesso individuo.

Parlerò del desiderio sessuale nella donna sana, di come varia dall’adolescenza all’età matura e infine nel periodo che segue la menopausa, tralasciando la patologia, ovvero i casi in cui un graduale o più spesso repentino calo è sintomo di una malattia, nel qual caso sarà il sessuologo a formulare una corretta diagnosi e a proporre l’adeguata terapia.

Nella adolescente che si avvicina alla sessualità agita l’accettazione da parte del gruppo dei pari, cioè dei coetanei ha la sua importanza, ma per alcune la consapevolezza o anche la semplice sensazione di essere desiderabile da parte dei ragazzi “più grandi” gioca un ruolo determinante per favorire il desiderio erotico. Il timore di una gravidanza indesiderata, che qualche decennio fa rappresentava un deterrente al lasciarsi andare agli istinti, unitamente alla paura di contrarre malattie a trasmissione sessuale, non sembrano minare il desiderio sessuale soprattutto nella ragazza informata e previdente.

Studi effettuati sulla popolazione giovanile identificano nell’immagine corporea il perno su cui ruota la qualità di vita sessuale dell’adolescente. Non è tanto l’immagine che riporta lo specchio dell’adolescente che conta, quanto l’interpretazione soggettiva, l’accettazione dell’immagine, la valutazione soggettiva della stessa. Questo spiega perché ragazze obiettivamente non bellissime, con fisici un po’ appesantiti abbiano vita sessuale soddisfacente e sano desiderio sessuale, mentre ragazze con fisici eccellenti ma “eterne insoddisfatte” della propria immagine corporea non riescano a sentire richiamo erotico. La ragazza anoressica è il classico esempio di soggetto che sperimenta mancanza di mestruazioni e mancanza di desiderio sessuale: perché mai il corpo deve sprecare energie per la funzione sessuale, in senso riproduttivo, se non ha energie sufficienti neanche per la sopravvivenza?

Possiamo quindi identificare nella accettabilità soggettiva, nell’interpretazione dell’immagine che rimanda lo specchio, e in seconda battuta nella accettabilità sociale, soprattutto relazionale, gli elementi alla base di un sano desiderio sessuale nell’adolescente.

Nella donna matura giocano un ruolo fondamentale nel mantenimento di un vivo desiderio sessuale la possibilità e la capacità di costruire i pilastri della propria vita.

Ogni donna identifica in maniera più o meno conscia gli obiettivi della propria esistenza e imposta la vita per poterli realizzare. Per alcune donne la realizzazione professionale è basilare per la propria autostima, altre investono maggiormente sulla maternità e la costruzione di una famiglia, per talune senza un soddisfacente rapporto di coppia nulla ha senso…

Riuscire nel quotidiano a conciliare il ruolo di madre e lavoratrice, la realizzazione del proprio sogno procreativo, sentirsi valorizzate sul posto di lavoro, conquistando una giusta autonomia economica, la consapevolezza di essere libere di scegliere di amare l’uomo al proprio fianco, permette alla donna di lasciarsi andare all’incontro erotico, seppur stanca e dopo una lunga giornata lavorativa.

Al contrario, un’intensa e profonda frustrazione, ripetuta nei giorni, mesi e anni può portare all’esaurimento delle energie a disposizione della sessualità, che nell’economia della vita diventa puro lusso.

Un accenno sull’influenza della contraccezione sul desiderio.

La pillola contraccettiva agisce direttamente e biologicamente sul desiderio sessuale, aumentando nel sangue una proteina che lega e rende inattivo il testosterone, l’ormone del desiderio sessuale presente sia nel maschio (in maggiore quantità) che nella donna, con un picco in periodo pre-ovulatorio. L’effetto biologico che ne deriva sarebbe una diminuzione del desiderio nelle utilizzatrici di questa metodica.

Se però a questo associamo la possibilità di agire la sessualità senza alcuna preparazione, v. condom, con pressoché totale prevenzione nei confronti di una gravidanza indesiderata, accompagnata da mestruazioni regolari, scarse e non dolorose, otteniamo una qualità di vita sessuale che soggettivamente viene sentita comunque appagante, soprattutto nella ragazza molto giovane.

Un po’ diverso è il discorso per la donna matura che, conoscendo più in profondità le sfumature del desiderio, opta quando possibile per un contraccettivo non ormonale, spirale o lo stesso condom. Sempre più spesso, quindi, la modulazione del desiderio sessuale orienta la scelta del contraccettivo.

La donna in fase post-menopausale è una donna che si conosce molto bene, che sa cosa vuole tra le lenzuola, che sa chiedere e sa dare con disinvoltura.

In questa fase della vita si fanno i conti con ciò che abbiamo costruito, in termini di realizzazione generale, lavorativa, riproduttiva, relazionale e fisica, il tutto con il filtro severissimo di un nuovo assetto ormonale. L’esaurimento della funzione ovarica con calo degli ormoni è un evento concentrato nel tempo, a volte quasi brusco, mentre il fenomeno corrispondente nell’uomo, l’andropausa, è un fenomeno diluito nel tempo, progressivo a partire dai 40 anni.

Gli effetti della menopausa però possono accompagnare la donna per anni e condizionare la “lettura” degli eventi della vita in modo bizzarro.

La percezione di se stessa come donna può variare sia per l’inevitabile decadimento fisico sia perché la carenza degli ormoni femminile ci fa percepire un diverso “profumo” di noi stesse. Metabolizzato il nuovo assetto, la vita riprende a scorrere con un nuovo equilibrio, niente affatto peggiore del precedente se abbiamo seminato bene in passato e se ci si lascia aiutare dalla scienza e dalla medicina.

Alla minore prestanza fisica si può associare un circolo vizioso dolore al rapporto-difficoltà nel piacere-paura al rapporto successivo-riduzione del desiderio erotico a scopo evitativo. Questo problema parafisiologico, cioè non per malattia ma per diverso nutrimento dei tessuti, è ampiamente e positivamente trattato anche solo con creme locali.

Allora qual è l’elemento fondamentale per un desiderio sessuale soddisfacente in età non giovanissima. Studi sessuologici identificano nella relazione, quindi nella presenza concreta di stimoli e in ultima analisi nella buona impostazione della vita di relazione, la fiamma che tiene in vita il desiderio erotico.

Da ciò che ho scritto, rimane la sensazione che l’elemento fondamentale per provare desiderio sessuale, nelle singole fasi della vita della donna, sia uno stato intrapsichico caratterizzato da soddisfazione della propria persona e del periodo che si sta vivendo.

Il desiderio sessuale dipende da noi, da quanto ci prendiamo cura di noi stesse e della nostra vita.

Maria Cristina Iannacci è Specialista in Ginecologia e Ostetricia, Perf. in Sessuologia Clinica, Perf. in Agopuntura e MTC, Perf. in Omeopatia/Omotossicologia e Medico P.N.E.I.

Per saperne di più: www.iannacci.it

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