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Aritmia cardiaca, al Bufalini nuova tecnica di Crioablazione

di Redazione

crioablazione

Eseguito primo intervento di ablazione con nuova tecnica a “freddo” che congela la parte malata del cuore e cura la fibrillazione atriale, la forma più comune di aritmia.

CESENA. Ancora un passo in avanti dell’Unità Operativa di Cardiologia dell’ospedale Bufalini di Cesena nel trattamento della fibrillazione atriale, la più comune forma di aritmia cardiaca. Nei giorni scorsi, l’equipè diretta dal dottor Roberto Mantovan ha effettuato per la prima volta la crioenergia: una nuova tecnica di ablazione che “viene dal freddo” e che si va ad affiancare alla tradizionale tecnica di ablazione transcatetere della fibrillazione atriale.

“Questa nuova metodica – spiega il dottor Roberto Mantovan - utilizza il freddo anziché la radiofrequenza che crea calore. L’intervento consiste nell’introdurre all’interno delle vene polmonari del cuore, per via venosa, un palloncino che poi viene gonfiato e raffreddato a circa meno 40 gradi per tre - quattro minuti. Ne deriva una lesione che determina un isolamento elettrico della vena; si produce una sorta di ibernazione dell’area malata isolandola dal resto del cuore” .

La fibrillazione atriale rappresenta la forma più comune di aritmia: colpisce circa il 2% della popolazione, con circa 60 mila nuovi casi in Italia ogni anno. Durante la fibrillazione atriale gli impulsi naturali del cuore falliscono, le camere superiori ed inferiori del cuore non battono in modo coordinato. Un ritmo rapido e disorganizzato impedisce al cuore di svolgere le sue normali funzioni: gli atri si contraggono rapidamente e caoticamente ed i ventricoli si riempiono meno efficacemente causando una perdita di funzionalità cardiaca.

“L’ablazione della fibrillazione atriale – specifica il dottor Matovan - è una tecnica che si utilizza per mantenere il ritmo in pazienti sintomatici ed accuratamente selezionati che non hanno risposto positivamente alla terapia farmacologica. La classica ablazione transcatetere della fibrillazione atriale con radiofrequenza (oggi praticata in Italia per circa 5000 pazienti l’anno) richiede una equipe medica molto esperta. L’isolamento elettrico delle vene polmonari è eseguito tramite applicazioni o “bruciature“ puntiformi sotto la guida di un sistema di mappaggio e navigazione chirurgica. La nuova metodica che utilizza la crioenergia è una tecnica alternativa che, in casi selezionati, può essere di più rapida esecuzione con risultati sovrapponibili”.

L’introduzione di questa nuova metodica amplia e completa l’offerta tecnologica del Bufalini per il trattamento delle fibrillazioni atriali, ponendo la Cardiologia cesenate all’avanguardia nel settore aritmologico.

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