Nell’ultimo rapporto OCSE il 35% degli italiani è da considerare quale analfabeta funzionale. In Italia, dunque, a crollare non sono solo i soffitti (come quello del Liceo Petrarca di Trieste, ultimo in ordine di tempo), ma le intelligenze strutturate di un paese. Ed intanto – mentre in Manovra son previsti 7.193 euro in più al mese ai ministri non parlamentari - la Presidente del Consiglio ci assicura, a fronte di questo panorama sconfortante, che… i centri in Albania funzioneranno, strumenti prioritari nella lotta contro la Mafia.
Dicono che ci sono altre priorità piuttosto che sanità e istruzione pubblica
Qualche giorno fa una parte del soffitto di una classe del Liceo Petrarca a Trieste è crollata durante l’orario di lezione. Una studentessa è rimasta ferita. Episodio analogo era già accaduto tre anni fa. Sempre a Trieste, anche se a Catania è successo il 14 novembre scorso, all’Istituto superiore “Lombardo Radice”.
E pure a La Spezia, il 28 settembre scorso, all’Istituto Capellini Sauro, se n’è venuto giù il soffitto. Poi, anche il 28 novembre, cioè qualche settimana fa, un’altra scuola ha avuto un soffitto che ha ceduto: la scuola Media Zanella di Monteforte d’Alpone (VR) ed il crollo ha interessato la Palestra.
Certo, con tutte queste date di crolli scolastici c’è il rischio di confondersi, senza aver bisogno poi di andare indietro al 27 maggio scorso quando è successo un altro crollo di un controsoffitto in cartongesso, per la precisione alla Scuola primaria “Marco Polo” di Palese (BA) e ad essere interessato è stato l’androne della scuola, dove da tempo si erano evidenziate delle crepe
Inoltre, rischiavo di dimenticarlo in questo zigzagare temporale, c’è stato un altro incidente. Addirittura, a Milano, in data 21 ottobre per la precisione, presso la Scuola media Tiepolo dove, a causa di una serie di perdite d’acqua dalle tubature, si sono scrostati i soffitti e è stato reso inagibile buona parte del terzo piano dell’edificio.
Temo di aver fatto un po’ di confusione, oppure di non rendermi conto che in Italia, paese fra i trenta più ricchi del mondo e dove il 5% della popolazione arriva a possedere una quota di ricchezza nazionale del 41,7%, di fatto, le scuole cadono a pezzi. Eppure, qualcosa doveva essere cambiato da quando, più di venti anni fa, il 31 ottobre del 2002, 27 bambini ed una maestra morirono sotto il crollo della scuola “Francesco Jovine” di San Giuliano di Puglia (CB).
Già, qualcosa doveva essere cambiato. Oppure no. Oppure è peggiorato lo stato di salute della scuola di questo paese.Una questione di soldi? Beh, molto probabilmente! A furia di tagliare ogni anno fondi alla pubblica istruzione da qualche parte il sistema doveva mostrare le sue criticità. Anche se, mettere a posto un controsoffitto in cartongesso, o un tubo dell’acqua, non è che ci voglia poi molto. Se lo dico “a mio cuggino” con quattro soldi lo fa in poco tempo.
Oddio, se i controsoffitti sono poi più di uno, come si sono visti dai crolli elencati – e relativi solo al corrente anno – qualche euro di più dovrebbe essere investito. Magari per le prime spese qualcosa si potrebbe chiedere al Ministero dell’Istruzione, del merito e, a questo punto, anche dei controsoffitti. Sì vabbè, ci sono i soliti tagli in manovra e il Ministro, assieme al collega del Ministero della salute e a quella del lavoro e quello della cultura, e della disabilità più qualcun altro (17 in tutto), si son visti aumentare lo stipendio di ben 7.193,11euro al mese: 3.690 di rimborsi più 3.503,11 di diaria; cui si aggiungono inoltre altri 1.200 euro di rimborsi per telefono, viaggi, etc. etc.
Alla fine, per il prossimo 2025, quest’aumento peserà per 1,3 milioni di euro sulle tasche dei cittadini italiani. O, almeno di quelli che sono cittadini italiani contribuenti.
Al di là di facili considerazioni, che potrebbero essere tacciate come populismo, va detto che un po’ di sacrifici, in questa fase, bisogna farli. Lo ha ricordato il Ministro dell’Economia. Ed anche l’Europa. Dicono che ci sono altre priorità più importanti da seguire che l’istruzione pubblica, la previdenza, la sicurezza sociale e la sanità. Lo ha detto il Segretario generale della NATO, Mark Rutte.
Più soldi alla difesa, alla spesa per la produzione e l’acquisto di armi, lasciando indietro il welfare. Insomma, in piena linea con la peggior visione guerrafondaia del mondo, Rutte gentilmente chiede di passare da un Occidente fondato sul welfare ad uno basato sul war-fare.
E se, a causa di una cattiva scolarità, qualche europeo risulta al fine un po’ meno brillante della media, pazienza. Anzi, meglio. Meno sai e meglio ubbidisci. In guerra e in pace, sul campo di battaglia come carne da cannone e nelle fabbriche come carne da produzione.
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