BOLOGNA. La crisi economica interessa le famiglie, dipendenti e aziende, ma non è sostituendo gli infermieri con le badanti che si risparmia.
La giunta della Regione Emilia Romagna delibera il 24 febbraio 2014 le “Indicazioni sui percorsi relativi alle pratiche assistenziali eseguite a domicilio da personale laico su pazienti con malattie croniche, rare o con necessità assistenziali complesse”
Si legge: “In tale contesto talune pratiche possono essere eseguite correttamente ed efficacemente anche da personale non sanitario” provo a spiegare:
“In tale contesto” vuole intendere la necessità di intervenire coniugata con quella di restituire più autonomia possibile al paziente e alla famiglia, le quali determinano l’impossibilità di assicurare loro la costante assistenza di personale sanitario.
Volendo semplificare, non riusciamo a garantire l’assistenza necessaria e nonostante tali procedure richiedano formazione specifica e specifiche conoscenze (3 anni per la formazione di base degli infermieri, 6 anni per il personale medico) le “decentralizziamo”, cioè le spostiamo dal personale infermieristico e sanitario attribuendole al personale non sanitario, questo è ciò che viene definito “il razionale”.
È evidente che la parola "razionale" assume significati quanto meno particolari, consiglierei un aggiornamento immediato del dizionario della lingua italiana.
Se volessimo applicare il “razionale” la risposta al problema del contesto, quindi alla domanda del cittadino che in condizioni di malattia necessita di assistenza, significherebbe erogare assistenza, favorendo la prevenzione e l’educazione dei familiari e del paziente, non certo attribuendo loro mansioni per le quali sono necessarie competenze che necessitano di un percorso formativo quanto meno triennale.
La sicurezza è forse un concetto astratto? La politica e lo Stato sono al servizio del cittadino? Se è un sogno non svegliatemi perché sono curioso di sapere come va a finire, meglio di no, non è etico sperimentare idee così fantasiose a discapito del cittadino.
Cittadino mi rivolgo a te, se io o un mio caro avesse bisogno di:
— Gestire cateteri venosi centrali, accessi vascolari a medio o lungo termine, terapia anticoagulante, io infermiere non vorrei mai che “l’incaricato” fosse un non sanitario con 2 (due) ore di formazione.
— Somministrare farmaci attraverso la via endovenosa, sottocutanea, orale o intradermica, io infermiere non vorrei mai che “l’incaricato” fosse un non sanitario con 3 (tre) ore di formazione.
Il risparmio ospedaliero e la difficoltà a garantire l'assistenza infermieristica domiciliare h24 per la scarsità di infermieri (e la evidentemente decisione di non reclutarli), non sono elementi che possono giustificare i contenuti della delibera regionale.
I pazienti di cui si parla sono "cronici o affetti da patologie rare o con necessità assistenziali complesse" e quindi pazienti per i quali è più che opportuna assistenza e continuità assistenziale di tipo professionale o comunque di supervisione – altrettanto di tipo professionale – dell'andamento del processo di accudimento e di presa in carico.
La formazione proposta si rivolge a pazienti che hanno difficoltà motorie o sono allettati che quindi non potranno certo frequentare i corsi. Quindi chi sono i veri destinatari? Familiari? Badanti? Il servizio prevede un costo? Chi lo sosterrà?
Solo alcuni atti possono rientrare nella categoria "indispensabili per la sopravvivenza": ossia bronco aspirazione, somministrazione di eparina, effettuazione di dialisi peritoneale, per gli altri ha senso “rischiare” affidando a personale non sanitario queste pratiche?
Si parla di una Commissione che deve accertare l'idoneità psico fisica dei discenti ad apprendere le manovre sanitarie che dovranno effettuare, quindi si presume che gli insegnamenti saranno dedicati a terzi laici, sui quali non è possibile esercitare alcun controllo? Ma verranno resi idonei a effettuare manovre sanitarie. In base a che cosa? Quali parametri?
Si dichiara che i centri di riferimento, qualora si verificassero eventi avversi sui pazienti e sugli assistenti, non si assumono nessuna responsabilità, ma se sono loro stessi ad aver certificato l'idoneità ai laici che effettuano le manovre sanitarie!
Dobbiamo sicuramente riconoscere che alcune pratiche svolte da sanitari sempre più spesso vengono svolte dai caregiver, che il personale sanitario, solitamente infermieri, addestrano.
Riconosciamo anche l’esigenza di una popolazione sempre più anziana affetta da malattie croniche che necessita di assistenza.
Riconosciamo la popolazione oncologica che convive con gli esiti delle tremende terapie affrontate.
Ma non possiamo accettare queste condizioni, dobbiamo riscrivere ciclicamente il sistema sanitario perché le condizioni fisiologicamente mutano, ma guardiamo oltre, non solo al puro costo economico.
Costruiamo una rete formata da personale sanitario esperto, giochiamoci la carta dell’Infermiere di famiglia, curiamo a domicilio i nostri malati, e smettiamo di parlare solo di malattia, iniziamo a parlare anche di salute, la prima lettera è la P di prevenzione.
Delibera Emilia Romagna e allegati
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