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Caso Saronno, interrogati membri della "commissione Cazzaniga"

di Redazione

Giudicato corretto dalla Procura di Busto Arsizio il comportamento del responsabile del servizio infermieristico aziendale, Claudio Borgio, che segnalò l'utilizzo di farmaci "di categoria pericolosa in dosaggi non comuni" da parte di Cazzaniga. Non è bastato, però, ad evitargli la denuncia per favoreggiamento.

Gli interrogatori di chi non ha denunciato

C’è chi sceglie di non rispondere, chi assicura di avere denunciato per tempo ciò che succedeva in ospedale, chi giura di essersi fidato delle relazioni dei colleghi e chi è certo di non aver mai individuato nulla di penalmente rilevante nel comportamento di Leonardo Cazzaniga, il medico del pronto soccorso di Saronno arrestato con l’accusa di omicidio volontario per i casi di 4 pazienti morti in corsia.

Negli ultimi dieci giorni il procuratore di Busto Arsizio Gianluigi Fontana e il pm Cristina Ria hanno sentito tutti i membri della commissione d’inchiesta interna dell’ospedale, attivata nel 2013 per verificare le accuse mosse da due infermieri al medico Leonardo Cazzaniga.

L’indagine interna si era conclusa con la decisione di non prendere provvedimenti contro il medico accusato di adottare un proprio “protocollo” per terminare pazienti anziani e debilitati, e la storia era finita lì. Almeno fino allo scorso 29 novembre, quando Cazzaniga e l’infermiera Laura Taroni sono stati arrestati dai carabinieri di Saronno.

I vertici dell’ospedale saronnese, insieme ai professionisti chiamati a valutare l’operato di Cazzaniga, sono ora accusati di favoreggiamento e omessa denuncia.

Il trattamento effettuato ha utilizzato farmaci di categoria pericolosa e con dosaggi non comuni, scriveva il responsabile del servizio infermieristico aziendale Claudio Borgio nella sua relazione. Ma solo dopo aver premesso di non poter giudicare sull’effetto delle cure somministrate ai pazienti, perché non possedeva idonee conoscenze farmacologiche e tossicologiche in materia e poiché dalla documentazione prodotta non sono sufficientemente chiare altre informazioni cliniche essenziali.

Un comportamento corretto secondo i periti della procura, per cui Borgio è stato corretto nelle sue valutazioni e coerente con le indicazioni del codice deontologico, ma che non gli ha evitato la denuncia per favoreggiamento.

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