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Sanitari ucraini in Italia, il Nursing Up è perplesso

di Redazione Roma

In particolare, il presidente del sindacato De Palma non è convinto del fatto che infermieri e medici ucraini potranno esercitare la loro professione nel nostro paese per la durata di ben 12 mesi, senza bisogno di nessuna integrazione di idoneità dei propri requisiti, come dovrebbe avvenire per legge per professionisti della sanità, appartenenti a paesi che non rientrano nella comunità europea. Da parte sua, la Fnopi sottolinea che la misura non avrà grande valenza per sostituire i nostri infermieri, che hanno un percorso certificato. Ma può aiutarci per la mediazione culturale con i pazienti ucraini che ci troveremo ad assistere. Fermo restando che il decreto non può alla distanza mutarsi in una sanatoria.

Fnopi: il decreto non dovrà mutare in sanatoria

A più ampio raggio, sulla precisa natura dei controlli da condurre prima dell’ingresso in servizio, è aperto il confronto tra il Ministero della Salute e il Ministero dell’Università e della Ricerca, anche perché in Ucraina non esiste un ordine professionale dei medici e degli infermieri (mentre in Italia proprio la Fnopi precisa che la misura non avrà rilevante valenza per sostituire i nostri infermieri, che hanno un percorso certificato. Ma può aiutarci per la mediazione culturale con i tanti pazienti ucraini che ci troveremo ad assistere. È basilare però chiarire che il decreto non può, alla distanza, trasformarsi in una sanatoria. Per un’eventuale stabilizzazione è indispensabile verificare la qualità della formazione di questo personale). Ad ogni modo, chi vorrà lavorare sarà tenuto a compilare un formulario online per ricevere il passaporto europeo per riconoscere le qualifiche dei rifugiati, un documento previsto dall’Ue per consentire ai profughi di indicare le loro competenze e di trovare, con maggiore semplicità, un lavoro.

Fnomceo: difficile raggiungere grandi numeri

Così, mentre il Nursing Up si domanda se realmente occorre inserire all’interno degli ospedali italiani dei professionisti sanitari, senza compararne i relativi iter di abilitazione professionale per verificarne l’idoneità sotto il profilo della presenza di requisiti minimi necessari all’esercizio nel nostro paese – e critiche meno circostanziate giungono da altri fronti, con chi vede nel decreto governativo l’intenzione di sostituire infermieri e medici sospesi perché non vax, chi lo ritiene un palliativo per ovviare alla cronica carenza di infermieri in Italia, chi lo paragona al decreto Cura Italia – la notizia è ben accolta dall’Amsi (Associazione medici di origine straniera in Italia): È la prima volta che viene presa una misura del genere in Italia – illustra il presidente Foad Aodi – mentre in Germania il placet a lavorare concesso ai profughi siriani fu molto criticato. Si disse che mirava a mantenere le paghe basse. Cauta la posizione di Filippo Anelli, presidente Fnomceo, la Federazione nazionale degli ordini dei medici, secondo il quale è difficile che oggi si raggiungano grandi numeri, per quanto riguarda i medici. Al momento non ci sono arrivate segnalazioni di colleghi ucraini pronti a lavorare da noi.

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