È davvero un buon contratto quello che si è portato a casa per i dipendenti della sanità privata? Tra aumento medio di 154 euro e una tantum di 1000 euro come somma riparatoria e detassata sembra non essere tutto oro quello che luccica.
Sanità privata, analisi critica di un contratto scaduto e forse scadente
Manifestazione dei lavoratori della sanità privata a Bologna
Dopo 14 anni di attesa i professionisti sanitari infermieri e gli operatori socio sanitari AIOP–ARIS–Don Gnocchi si vedono rinnovato il contratto, tra luci (poche) ed ombre (molte). Con incomprensibile soddisfazione del ministro della salute Roberto Speranza e i sindacati confederali.
È indubbio, se non altro per una questione di principio essere “soddisfatti” per il rinnovo di un contratto per troppi anni trascurato dalle istituzioni governative nonché dai sindacati, che forse dovevano e potevano assumersi la responsabilità di agire (prima) con modalità e tempi diversi a salvaguardia dei sanitari coinvolti nel processo assistenziale, per intenderci meglio “quelli che vivono i reparti di cura h24”.
Tuttavia anche se con colpevole ritardo hanno affrontato l’annoso problema riuscendo nei giorni scorsi a concretizzate le agognate firme ed esibendo l’impresa come conquista epocale e di grande valore professionale che accresce le tutele degli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori socio sanitari , figure non meno importanti che hanno una parte centrale nei processi assistenziali e a cui andrebbero rivolte iniziative di peso per implementarne la formazione e indiscutibile valore.
Dopo 14 anni di attesa, 100mila lavoratori avranno più garanzie e più diritti. Dopo i tanti investimenti nella sanità pubblica anche con questo passaggio il Servizio sanitario nazionale è più forte , ha commentato il ministro della Salute Roberto Speranza. Il contratto è stato sottoscritto da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl con le associazioni Aris e Aiop .
L’incremento medio mensile è pari a 154 euro . Allo stesso modo i sindacati confederali hanno commentato: La firma del contratto della sanità privata è un risultato importante, frutto della lotta delle lavoratrici e dei lavoratori. Viene sancito il principio stesso lavoro, stesso salario, stesso diritti , così Serena Sorrentino, segretaria generale Fp Cgil. Noi avevamo posto con forza verso Confindustria questo tema, il presidente Bonomi aveva assicurato il suo intervento e grazie soprattutto alla mobilitazione di questi mesi dei lavoratori e delle lavoratrici finalmente siamo riusciti a portare a casa davvero un buon contratto per la sanità privata , ha aggiunto la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan.
Non è tutto oro quello che luccica
Analizzando alcuni semplici aspetti del contratto in essere, assumendo come esempio i volantini sindacali di sintesi che esaltano alcuni punti, ecco qualche riflessione.
Aumento medio di 154 euro lordi
Orbene: ad un professionista della salute su cui grava una posizione di garanzia , un obbligo di formazione continua (ben venga), un maggior esborso economico relativo alla polizza assicurativa obbligatoria (legge 24/2017 ) e una responsabilità cogente nell’espletamento della prestazione d’opera appare quanto meno una mancetta la somma ottenuta con “tanta fatica e lotta sindacale”, considerando anche i costi di formazione annuale che si traducono in crediti formativi.
Nessun tipo di programma finalizzato alla valorizzazione del personale socio sanitario (OSS) operante nei reparti di degenza; hanno idea i sindacati di quanto costi un corso da OSS? Anche in questo aspetto gli “aumenti” sembrano impercettibili.
Una tantum di 1000 euro come somma riparatoria e detassata
Quattordici anni di vacanza contrattuale, facendo un semplice calcolo, fanno circa 72 euro annui (6 euro mensili) e qui lascerei i commenti ai lavoratori riguardo il siamo riusciti a portare a casa un buon contratto .
Non ne usufruiranno nemmeno tutti, poiché condizionato dalla presenza in servizio all’atto della firma del documento contrattuale. Il che significa che chi ha militato per un certo numero di anni in un’azienda che si avvale di questo contratto e passato qualche mese fa nel pubblico impiego si vedrà negare la somma. Ingiustizia macroscopica.
Ferie
Si assicurano almeno 15 giorni di calendario consecutivi dal 15 giugno al 15 settembre; perché prima quante erano? Se non mi tradisce la memoria il periodo risulta ius receptum da tempo (DLGS 66/2003).
Stop alle aggressioni
Inserito un articolo nel contratto che affronta il contrasto alle aggressioni (LINK). Anche in questo caso si ripete quanto è già contenuto nella Legge del 14 agosto 2020, n. 113 - Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni , pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 224 del 9 settembre 2020 e in vigore dal 24 settembre 2020. D’accordo che reperita iuvant, ma esaltarlo in un volantino pubblicitario (perché pubblicità è) pare troppo.
Insomma, appare davvero impalpabile la forza del contratto sul futuro dei sanitari e socio-sanitari circa la qualità di vita nelle aziende in cui prestano la loro opera.
Ci sarebbe da chiedersi, se non sarebbe stato più costruttivo impostare un discorso più incisivo e lungimirante fondato sulla qualità dei servizi e sulla progressione dei livelli retribuiti basata sulle conoscenze, ottenute attraverso attività di formazione che in qualche modo potessero tornare utili anche alle aziende stesse, unendo i bisogni e le necessità dei sanitari a quelle organizzative delle strutture sanitarie, che sulla base delle competenze degli stessi avrebbe un notevole contributo alla crescita ed evoluzione qualitativa dei servizi erogati oltre che del controllo e pianificazione strategica.
È vero che non bisogna dimenticare mai che i sindacati generalisti devono unire più bisogni, ovvero la necessità di fare proselitismo attraverso contratti che stratificano gli stanziamenti economici appiattendo il più possibile le differenze di categoria onde evitare emorragie di tessere che sono (comprensibilmente) condicio sine qua non per la sopravvivenza di un sindacato, ma è vero anche che per onestà intellettuale sarebbe stato opportuno salvaguardare qualche diritto, di categorie che oltre ad avere responsabilità pregnanti hanno in aggiunta spese accessorie di notevole entità legate all’esercizio.
Ergo, utili sarebbero stati accordi al fine di stabilire attraverso procedure concorsuali interne alle aziende le eventuali attribuzioni di incarichi di coordinamento allorquando si verificasse la necessità di coprire una posizione vacante (anche se aziende private, ma comunque alimentate da denaro pubblico).
Non v’è dubbio che tali ipotesi appaiono fortemente utopistiche ai più, ma i tempi sono ormai maturi per un cambio di direzione e le figure sanitarie, stremate e vittime di turni massacranti, che oltre a comportare un peggioramento della qualità di vita sociale mette a grave rischio l’incolumità psico-fisica degli stessi.
In un panorama di forte attenzione da parte dei media per i sanitari è paradossale discutere oltremodo su un cambio di direzione deciso e al passo coi tempi che dovrebbe trovare naturale concretizzazione e non essere oggetto di manifestazioni di piazza dove in molti rivendicano invano un salto di qualità che lo scenario sanitario internazionale impone alla luce dei drammatici eventi causati dalla pandemia Covid-19.
La sanità è di per sé una scienza in evoluzione, pertanto gli esercenti non possono più permettersi di ricevere contratti anacronistici, che per usare un eufemismo si compendiano in una totale mancanza di considerazione per chi detiene competenze e titoli e affronta situazioni complesse e rischiose dal punto di vista sanitario e posizioni legalmente sensibili.
È tempo di inviare ai tavoli di contrattazione esperti del settore ed eventualmente estrema ratio separare il contratto dei sanitari dal resto del sistema . Ma per consentire il salto di qualità imperativo è la necessità di una forte modifica della cultura dei sanitari che devono esigere con determinazione quanto gli è dovuto. Perché, è vero che tutti i lavoratori sono uguali ed hanno gli stessi diritti, ma è altrettanto vero che non tutti i lavori sono uguali ed ognuno, a diversi livelli di responsabilità, merita un trattamento diverso.
Ma una buona notizia c’è: il contratto rinnovato è già scaduto e questo fa ben sperare che nel prossimo rinnovo si lavori per un futuro migliore. Ora. Non tra 14 anni .
Articolo a cura di Erasmo Spinosa - Infermiere
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