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editoriale

Quiet quitting, l’abbandono silenzioso

di Monica Vaccaretti

Gli infermieri mancano, sono globalmente pochi e l'Italia, che ne ha formati tanti di valore sino a qualche decennio fa, non fa ora eccezione. Sebbene se ne discuta a livello istituzionale, sembra che l'allarme non desti troppa preoccupazione tra la popolazione. Del resto, è noto che un'emergenza non è più tale se una condizione emergenziale irrisolta diventa cronica, ci si abitua anche alle peggiori condizioni. Le proposte di soluzioni, poi, seppur difficili da trovare, vengono considerate sempre più penose dagli esperti. Si ritiene che il problema nasca anche da una scarsa lungimiranza in termini di strategie attrattive, formative ed occupazionali del passato. Ora che la penuria comincia a farsi drammaticamente evidente, se si proiettano le stime per il prossimo decennio, si cercano infermieri ovunque, persino dall'altra parte del mondo, togliendoli da sistemi sanitari più fragili perché servono al nostro indebolito, sfiancato, impoverito, senza curarsi troppo se la carenza di professionisti diventa più grave laddove si è preso in prestito.

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