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Puglia, troppi infermieri. Bloccate le assunzioni

di Redazione

La Regione Puglia ha più infermieri di quanti ne dovrebbe avere. Sono troppi anche quelli che usufruiscono della 104, la legge che concede permessi e agevolazioni per chi deve assistere familiari con gravi patologie. È il quadro emerso dall’incontro avuto nei giorni scorsi a Roma tra i tecnici dell’assessorato regionale alla Salute della Puglia e quelli del ministero.

Legge 104, in Puglia ne beneficia il 20% in più rispetto alla media nazionale

infermieri

Secondo il ministero in Puglia ci sono troppi infermieri

Mettendo a confronto l’organico infermieristico pugliese con quello della Emilia Romagna, regione di riferimento per i parametri nazionali della forza lavoro, è venuto fuori che in Puglia ci sono duecento infermieri in più rispetto alla media. Sulla base di questi numeri, al ministero è stato deciso di autorizzare la Regione Puglia ad assumere solo medici e operatori socio sanitari (rispettivamente 980 e 2000 unità), mentre per gli infermieri si permetterà solo il turnover dei pensionamenti.   

Per quanto riguarda invece gli infermieri che beneficiano della Legge 104, la Puglia è al primo posto nella classifica nazionale con il 20% in più della media nazionale.

Tornando al surplus infermieristico, il quadro prospettato a Roma cozza con le numerose carenze infermieristiche lamentate in diversi ospedali e sul territorio della regione. Lo ha fatto notare il segretario aziendale di Anaao Assomedici del Policlinico di Bari, Stefano Andresciani, ad esempio, che si chiede dove siano tanti infermieri se è vero che sono più del dovuto. È di ieri, infine, l’ultimo intervento politico sull’argomento. È quello del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle della Puglia, Mario Conca che parla invece di ospedali pugliesi al collasso a causa del numero d’infermieri ormai ridotto all’osso. Secondo l’esponente politico pentastellato, il presunto esubero è dovuto a un errato calcolo del fabbisogno infermieristico, che dà come eseguito un piano di riordino della rete ospedaliera che è ancora in alto mare.

Nazareno Dinoi, giornalista

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