I colleghi sono sempre disponibili a collaborare con la struttura. Certo, non si sarebbero aspettati di doversi improvvisare traslocatori
. Così il segretario del Nursind Palermo. Aurelio Guerriero, intervenendo su quanto è accaduto all’ospedale Civico. Che fa riflettere, in quanto pur trattandosi di un’attività importante non ha nulla ha a che vedere con la professione infermieristica
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Infermieri demansionati a Palermo, la denuncia del sindacato Nursind
Location del singolare fatto l’ospedale Civico del capoluogo siciliano come denuncia Aurelio Guerriero, segretario del Nursind Palermo. Premessa d’obbligo per circoscrivere l’intera, singolare vicenda: durante la pandemia, all’interno della struttura, il reparto di pneumologia era stata trasferito al padiglione 4; adesso è stato riportato nei locali iniziali, valutato anche il sensibile calo dei ricoveri. Ma, insieme a una ditta specializzata, al trasloco hanno collaborato gli stessi infermieri.
E Guerriero – che non dimentica le difficoltà che la sanità siciliana sta attraversando: dalla carenza di infermieri alla difficoltà di stabilizzare i precari – ammette: I colleghi sono sempre ben disponibili a collaborare e dare una mano alla struttura in cui lavorano. Certo, tutto si sarebbero attesi meno che improvvisarsi trascolori, attività importante ma che nulla ha a che vedere con la professione infermieristica
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Facendo presente, poi, che si tratta dell’ennesimo trasferimento del reparto e non vorremmo che tra qualche settimana venga richiesto di nuovo il nostro intervento. Una circostanza, questa, che dimostra quanto sia fondamentale potenziare la sanità sotto tutti i punti di vista senza mai dimenticare il ruolo di primo piano nell’assistenza svolta dagli operatori sanitari
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Infermieri demansionati e dove trovarli. Risalendo lo stivale tra gli esempi più recenti va registrata la denuncia della Uil Fpl: all’interno dei reparti di ortopedia e di traumatologia dell’ospedale Maria Santissima Addolorata di Eboli (Salerno), infatti, la carenza di Oss sta costringendo gli infermieri a ricoprire mansioni fuori dalle proprie funzioni. Tra queste: le cure igieniche, l’aiuto nell’assunzione dei pasti, l’accompagnamento, il cambio dei pannoloni e/o della biancheria. Uil Fpl spiega che, in questo modo, inevitabilmente l’azienda espone i professionisti sanitari al demansionamento, e parla di evidente violazione della norma che regola il lavoro dei dipendenti presso le pubbliche amministrazioni.
Dalla Campania all’Abruzzo, dove pochi mesi fa l’Asl 1 – che aveva fatto svolgere agli infermieri anche mansioni lavorative inferiori in modo sistematico, quasi ordinario e normale, ledendone la dignità professionale – è stata condannata dalla Corte d’Appello de L’Aquila per aver violato l’obbligo del datore di lavoro di adibire il lavoratore alle mansioni per le quali è stato assunto (oppure alle mansioni considerate equivalenti nell’ambito della classificazione professionale prevista dal contratto collettivo di riferimento).
E ancora, professionisti sanitari impiegati, sistematicamente, in mansioni lavorative inferiori: da qui la recente condanna del tribunale di Cagliari e il risarcimento versato dall’Azienda di rilievo nazionale ed alta specializzazione “G. Brotzu” agli operatori. A ogni professionista sanitario sono state riconosciute somme che vanno da poco più di 3mila a oltre 11.500 euro.
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