La Sanità friulana “va in ferie” e così i reparti negli ospedali e i servizi nel territorio saranno a metà servizio per i prossimi mesi estivi. Si prevede che le maggiori criticità si registreranno a luglio e ad agosto. Dopo l'approvazione dei piani per garantire al personale del comparto due settimane di ferie nel periodo da giugno a settembre, le aziende Asfo (Azienda Sanitaria Friuli Occidentale) e Asufc (Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale) hanno fatto sapere alle organizzazioni sindacali che l'operatività delle strutture sanitarie dovrà necessariamente essere ridotta.
Chi lavora farà spesso turni da 12 ore e sono a rischio i riposi
Considerando che dalle piante organiche mancano circa 200 infermieri, le ferie estive ridurranno ulteriormente il personale in servizio.
Per garantire le attività essenziali ed essere sempre in grado di assicurare l'assistenza sanitaria sarà necessario nei tre mesi estivi recuperare il personale attraverso le riorganizzazioni dei reparti e la chiusura di alcuni ambulatori non urgenti.
Le sale operatorie lavoreranno al 50% sia a Pordenone che a san Vito, così che gli interventi programmati slitteranno ancora in avanti allungando ulteriormente le liste di attesa, mentre ne resterà aperta soltanto una a Spilimbergo. I posti letto delle Medicine e delle Chirurgie saranno di conseguenza ridotti e saranno ridimensionati anche i ricoveri in day hospital e day surgery.
I sindacati segnalano che per mantenere i servizi aperti con organici ridotti il personale in servizio dovrà svolgere spesso turni di 12 ore, potrebbe anche saltare il riposo ed essere altresì chiamato in servizio più volte alla settimana. Il malcontento tra i dipendenti sta crescendo.
È una situazione decisamente pesante che si ripercuote sul personale che è al lavoro e sugli utenti - conferma il segretario della Fp Cgil, Pierluigi Benvenuto -. La carenza di personale è evidente in tutti i reparti e anche nel territorio, dove tuttavia si riesce a giostrare meglio non lavorando il notturno
, precisa.
Anche se è vero che è complicato reclutare infermieri sul mercato, pare anche che non ci sia la volontà di risolvere il problema
, denuncia suggerendo di assumere intanto almeno gli operatori socio sanitari da una graduatoria ancora aperta così da sgravare il peso del lavoro nei reparti e nei servizi in sofferenza.
A fronte di queste condizioni di lavoro è chiaro che il personale presenti domanda di mobilità, conclude segnalando che ci sono richieste di trasferimento ancora pendenti. Si tratterebbe di infermieri che vorrebbero andare a lavorare in Pronto soccorso e in dialisi, ma non vengono accontentati. Se l'azienda continuerà a non soddisfare queste richieste, rischia altre uscite volontarie
.
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