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Friuli Venezia-Giulia

Allarme carenza infermieri: in Asfo ne mancano 200

di Redazione

Abbiamo raggiunto un punto di non ritorno. Se non invertiamo la tendenza nei prossimi anni rischiamo di rimanere senza infermieri. Così il presidente dell'Ordine degli infermieri di Pordenone, Luciano Clarizia, denunciando la carenza cronica di professionisti nell'azienda sanitaria Friuli Occidentale (Asfo). La situazione è critica, ne mancano circa 200, spiega lanciando l'allarme.

Clarizia, Opi Pordenone: situazione critica, serve riorganizzare sistema

infermieri in reparto

Situazione critica per Asfo, mancano 200 infermieri.

Preoccupa soprattutto la situazione nella provincia di Pordenone, considerata zona rossa. Clarizia ritiene che la ragione sia da ricercare nel fatto che, rispetto alle altre aziende della regione, Pordenone soffre maggiormente la presenza del vicino Veneto che sta investendo molto più del Friuli sulle politiche di welfare e che, offendo migliori condizioni lavorative e possibilità di carriera, sta attirando i giovani infermieri friulani.

Nell'ottica di attirare nuove figure professionali il Veneto ha in essere una serie di politiche abitative per gli infermieri che provengono da fuori regione e garantisce maggiori incentivi a livello economico. È chiaro, pertanto, che gli infermieri che si laureano in Friuli Venezia-Giulia, a spese nostre, preferiscono spostarsi, spiega Clarizia sottolineando inoltre che il Veneto riesce ad intercettare le poche figure libere sul mercato del lavoro in quanto i concorsi pubblici vengono aperti mesi prima rispetto al Friuli.

L'organizzazione del sistema sanitario deve necessariamente cambiare rotta, sottolinea pur riconoscendo che passerebbero comunque diversi anni prima di vedere risultati concreti. Le risorse non vengono sfruttate. E la colpa è anche di chi dirige il sistema sanitario, precisa proponendo una via di fuga: quella di riorganizzare i professionisti in servizio all'interno dell'ospedale per individuare la figura dell'infermiere di famiglia, considerando che serve investire sul territorio, per limitare il più possibile gli accessi in ospedale.

Secondo Clarizia, si potrebbero recuperare alcuni infermieri che lavorano negli ambulatori ricollocandoli in reparti e strutture dove c'è un'oggettiva carenza di organico, come nelle case e negli ospedali di comunità, considerando che le prestazioni ambulatoriali sono erogate solitamente dalle 8 alle 16 da un medico e da due infermieri e tenendo conto che, terminato il turno, spesso il medico continua le visite ai pazienti in libera professione, senza il supporto di altre figure.

La carenza di organico nei reparti è altresì aggravata dal 20% di professionisti che non svolgono più le funzioni di infermiere per motivi di salute e che sono stati destinati ad attività di segreteria. Tuttavia, nel conteggio dei professionisti questa dinamica non viene considerata pertanto i numeri non corrispondono alla realtà dei fatti, conclude.

In Azienda Sanitaria Friuli Occidentale mancano 95 unità infermieristiche. Secondo il documento triennale di previsione del fabbisogno di personale, si prevedeva di raggiungere 1392 infermieri ma, al 31 dicembre 2023, ne risultano in servizio soltanto 1297. Siamo molto lontani dal raggiungimento dell'obiettivo che l'azienda si è posta, che non ha neanche tenuto in considerazione le quiescenze e i licenziamenti già annunciati, segnalano i rappresentanti sindacali della Uil Fpl (Bressan) e del Nursind (Petruz) intervenendo sulla questione della carenza di infermieri.

Rimarcano altresì che all'ultima selezione del personale, solo 42 dei 92 candidati sono passati all'ultima prova selettiva. La preoccupante tendenza si è confermata anche al concorso regionale per 338 posti al quale si sono iscritti 647 infermieri ma alla prima prova se ne sono presentati soltanto 281, di cui 212 sono stati ammessi alla fase finale. I concorsi in Fvg sono poco attrattivi, concludono.

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