Infermieri al posto dei medici? Al di là delle metafore calcistiche, l’uscita di Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami, sindacato nazionale autonomo dei medici italiani proprio non è andata giù ai collegi Ispasvi piemontesi.
Infermieri al posto dei medici? L’ira degli Ipasvi piemontesi
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infermiera nutrizione
Spiace vedere che il responsabile di un noto sindacato nazionale proprio di medici di medicina generale non si sia ancora reso conto che l’infermiere di famiglia non è una invenzione del Piemonte – ribattono i presidenti dei collegi regionali -, ma una realtà ormai consolidata in molte Regioni d’Italia e non solo del nord. E ancora di più rende tristi scoprire che il senso del cosiddetto infermiere di famiglia non è stato assolutamente colto, nel momento in cui si confonde il ruolo dell’infermiere con quello del medico, dandone un’interpretazione assolutamente limitata e riduttiva
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Nessuno, sottolineo nessuno, ha mai affermato che l’infermiere di famiglia debba sostituire il medico nel momento della necessaria diagnosi e terapia – continuano i presidenti Ipasvi -. Semmai il suo intervento, che rientra nella medicina di iniziativa oggi chiesta a gran voce per far funzionare il servizio sanitario nazionale e la prevenzione sul territorio, si innesca nel momento in cui il paziente va necessariamente seguito e va seguito a domicilio, dove solo l’infermiere può andare in modo continuativo, controllando – e nel caso interpellando il medico – che tutto proceda per il meglio
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Ma ai presidenti non è andata giù nemmeno l’affermazione per cui al triage starebbe meglio un medico, secondo il sindacato, piuttosto che un infermiere. Non si strumentalizzano dati di fatto come il triage e come corsi universitari che certificano e testimoniano le capacità degli infermieri – dicono -. Non si utilizzano modelli di assistenza ormai consolidati per cercare di tirare acqua a un mulino che di fatto è stato abbandonato da tempo, perché operava con modalità ormai obsolete
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Nessuno tocca la professionalità medica né ha mai pensato di farlo: nessuno tocchi, con approcci del tutto e solo strumentali, la professionalità infermieristica che offre ai pazienti sul territorio quell’attenzione e la cura di cui hanno bisogno
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