Per noi l'infermiere del territorio, quando è un buon giocatore, può far parte di una squadra allenata dal medico di medicina generale. La storia calcistica ci insegna che viceversa, seppur con delle buone potenzialità, l'atleta che vorrebbe sostituire l'allenatore, dare indicazioni di chi deve e come si deve giocare, arriva a non sedersi neanche più in panchina
. A parlare è Angelo Testa, presidente nazionale dello Snami, sindacato nazionale autonomo dei medici italiani.
Infermieri al posto dei medici, la protesta del sindacato
Quello che sta succedendo in Piemonte - continua Gianfranco Breccia, segretario nazionale Snami- è spia di una improvvisazione alquanto pericolosa. Si sono inventati l'infermiere di famiglia a cui è seguito il messaggio sui media che gli infermieri farebbero quello che una volta facevano i medici condotti, andrebbero di casa in casa a seguire chi non può o non vuole muoversi e quando verificano qualche problema, in accordo con il medico specialista, invitano a fare un accertamento diagnostico
.
Mi auguro - conclude Angelo Testa - che si sia andati fuori tema per un eccesso di pubblicizzazione del proprio ruolo in un attimo di enfasi e che invece debba prevalere il buon senso di capire il profondo significato della distinzione dei ruoli, netta e separata anche se si lavora in team. Viceversa sarebbe utile una codifica alla virgola di chi e cosa deve fare e credo che comunque non gioverebbe a chi vorrebbe fare invasione di campo. Siamo sicuri ad esempio che il triage al Pronto soccorso, compito delicatissimo e di grande valenza professionale, sia assolutamente più consono a una infermieristica rispetto a quella medica? Sicuramente i medici che lavoreranno in diurno nella prossima ri-modulazione dell'assistenza territoriale svolgerebbero tale percorso meglio di chiunque altro
conclude l’attacco dello Snami.
Alessandro Murru
2 commenti
L'infermiere di famiglia 2
#2
Come infermiere che lavora in una Medicina di Gruppo Integrata (in Veneto), libero professionista, socio di uno studio associato, con 20 anni di esperienza sulle spalle tra area critica e coordinamento di ADI e strutture protette, laurea triennale, master in coordinamento, formazione ECM sempre mirata agli ambiti di competenza...posso dire solo:
"Per mia grande fortuna ho incontrato un gruppo di medici con una mentalità lontana anni luce da quella del dottor Testa; il rapporto di collaborazione che abbiamo stabilito è tra professionisti e non del tipo allenatore-atleta (o, se si preferisce comandante-soldato, parroco-pecora smarrita, cervello-braccio). Nella migliore delle ipotesi il dottor Testa è rimasto ancorato ad una visione che negli anni '90 dimostrava già la propria vetustà ed inadeguatezza. Per fortuna questa posizione non rappresenta la totalità dei medici di medicina generale (ma purtroppo è ancora abbastanza diffusa). E' necessario prendere atto che il mondo sta andando in un'altra direzione". Alessandro Murru_Infermiere