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Infermieri, i sindacati: nel Piceno abbandonati a loro stessi

di Redazione

Liste di attesa interminabili o chiuse. Attrezzature carenti e obsolete. Personale sottodimensionato assegnato a più reparti. Riposi programmati revocati. Festività infrasettimanali 2023 non retribuite. Ferie maturate relative agli anni 2022-2023 non ancora fruite. Contratti di lavoro scaduti senza il pagamento delle ferie e degli straordinari maturati. Unità ospedaliere accorpate da anni. Professionisti che abbandonano i due ospedali di Ascoli e San Benedetto del Tronto, mentre spuntano ambulatori privati in ogni angolo della città. È questo il desolante quadro della sanità pubblica locale descritta in una nota diffusa dalle Rsu dell'Ast di Ascoli, unitamente ai sindacati Cgil, Cisl, Uil, Nursing Up, Ugl salute e Fials.

Ospedali Piceni, peggiora la situazione dopo il sottofinanziamento

ospedale mazzoni ascoli

Ospedale "C. e G. Mazzoni" di Ascoli Piceno

Nel documento si denuncia che, dopo l'importante sottofinanziamento che ha determinato una dotazione organica carente, la situazione negli ospedali Piceni peggiora. Lo diciamo da anni ma adesso, con la ripartizione delle risorse, la criticità della sanità ascolana sarà ancora più forte, hanno sottolineato le organizzazioni sindacali.

Considerando che dopo la riforma sanitaria il Piceno ha ottenuto un minor finanziamento rispetto agli anni scorsi, pari a 26 milioni di euro, i sindacati ritengono che i cittadini del territorio siano stati ingiustificatamente penalizzati dalla politica regionale.

Dai dati della Regione sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, risulta infatti che il Piceno è il territorio che nelle Marche avrà meno posti letto, ne sono previsti solo 19 ogni 100 mila abitanti contro una media regionale superiore al doppio (circa 40). I posti negli ospedali piceni saranno addirittura un terzo rispetto a quelli attribuiti a Macerata.

La stessa disuguaglianza si registra per le case di comunità: nel piceno ce ne sarà una ogni 35mila abitanti mentre ad Ancona una ogni 22mila abitanti, pertanto circa il 50% in meno.

A denunciare tale disequilibrio è il rappresentante Dem, Francesco Ameli, riportando i dati di un documento politico elaborato dal Partito Democratico delle Marche: Il diritto alla salute e all'assistenza deve essere uguale per tutti. Non ci devono essere cittadini di serie A e di serie B, aveva dichiarato Ameli già la scorsa estate. Se il governo regionale accetterà il taglio dei fondi per il Pnrr, a pagare ancora una volta sarà il Piceno, aveva preannunciato.

Alla luce della situazione denunciata, la rappresentanza sindacale unitaria dell'Ast di Ascoli e i sindacati hanno invitato pertanto le istituzioni ad intraprendere iniziative tese ad assicurare pari opportunità di cura ed assistenza sanitaria a tutta la popolazione regionale.

Le delegazioni trattanti da parte sindacale hanno altresì chiesto alla direzione dell'Azienda sanitaria territoriale di Ascoli di presentare le proprie proposte relative alle questioni segnalate, attualmente irrisolte. Viene quindi richiesto, oltre al pagamento dei tempi di vestizione per il periodo compreso dal 21 maggio 2018 al 31 dicembre 2023 - per un importo cadauno per gli aventi diritto pari a circa 6 mila euro - anche l'implementazione del personale attraverso nuove assunzioni nonché le stabilizzazioni dei precari in possesso dei requisiti.

Si chiede inoltre la proroga dei contratti dei 173 dipendenti in servizio a tempo determinato che erano stati assunti per esigenze permanenti, in sostituzione di personale collocato a riposo. Si richiede infine il riconoscimento, sancito dalla Corte di Cassazione, del diritto alla mensa, nonché il pagamento delle festività infrasettimanali relative all'anno 2023.

In mancanza, sarà immediatamente riattivato lo stato di agitazione del personale dipendente, solo al momento sospeso, avvertono nella nota. Che sia necessario non fare un passo indietro in tema sanità, lo sostiene anche il segretario Dem Ameli secondo il quale le iniziative di mobilitazione devono continuare perché alla comunità picena viene offerto poco: Il Piano socio sanitario non mette in rete né le risorse né spiega come verranno fatte le assunzioni necessarie per onorare gli impegni presi – aggiunge -. I lavoratori del comparto sanità della nostra provincia non devono essere lasciati a loro stessi.

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