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Tre infermieri aggrediti a Dolo, salvati dai Carabinieri

di Redazione

L'Azienda condanna come sempre ogni episodio di aggressione ai danni del personale sanitario, anche quando a scatenarli è un disagio di natura psichiatrica di un paziente, che può accadere non di rado in un contesto come quello dei reparti di Psichiatria. Così l'Ulss 3 ha commentato l'ultimo episodio di violenza che si è verificato all'Ospedale di Dolo dove tre infermieri, due donne e un uomo, sono stati aggrediti mentre erano in servizio da un paziente in cura al Serd e salvati dall'arrivo dei carabinieri.

Ci ha preso a botte. 5 giorni di prognosi per gli infermieri aggrediti

L'Azienda sanitaria è grata ancora una volta alle Forze dell'Ordine per il loro aiuto prezioso, continua la nota della Direzione Generale dell'Ulss veneziana nell'esprimere un forte ringraziamento ricordando altresì che l'intervento tempestivo è stato reso possibile anche grazie all'innovativo Protocollo d'Intesa attivo da un anno tra l'Ulss 3, la Prefettura e gli organi di polizia per la gestione delle aggressioni in ospedale.

Il fatto, segnalato dai sindacati, risale a domenica sera, 20 ottobre, quando un paziente tossicodipendente ha sferrato pugni sulla vetrata del front office e scagliato sedie e scrivanie contro i tre sanitari in turno notturno, colpendo l'infermiere in viso con un pugno.

Davanti all'esplosione di violenza del degente, scaturita nonostante fossero state ripetutamente soddisfatte le sue continue richieste di cibo e sigarette, gli infermieri si sono visti costretti - per difendersi e sfuggire all'aggressione - a barricarsi dapprima in un locale dell'infermeria e poi in un ufficio fuori dal reparto di Psichiatria, da dove hanno potuto allertare i carabinieri.

Dalla ricostruzione della vicenda è emerso inoltre che gli infermieri aggrediti hanno potuto fare ricorso alle cure in Pronto soccorso per medicare le lesioni soltanto il mattino successivo, perché non hanno potuto abbandonare il servizio, nonostante le percosse, in quanto nessuno poteva sostituirli.

Per tutti e tre i sanitari la prognosi è di cinque giorni. Ci ha preso a botte - hanno dichiarato -. Lo tenevo a distanza con una sedia, ha raccontato l'infermiere. Ho vomitato per la tensione e la paura quando è finito tutto, ha confidato una delle due infermiere coinvolte.

Sono situazioni inaccettabili e gravissime, denuncia la Uil Fpl lanciando l'allarme sul fatto che gli episodi di aggressione e violenza sembrano ormai ordinaria amministrazione per il personale che lavora nel campo della salute mentale.

È mancato davvero poco perché non si verificassero conseguenze ben peggiori, avverte Stefano Boscolo Agostini, segretario provinciale della Uil Fpl Venezia. La misura è colma ma non possiamo stare fermi ad aspettare che degeneri in attesa di decisioni. Abbiamo pertanto deciso di attivare un servizio specifico di tutela legale per i lavoratori vittime o persone offese di reati specifici commessi ai loro danni nel corso e in occasione dello svolgimento dell'attività lavorativa, annuncia.

La percezione del rischio è profondamente peggiorata negli ultimi anni – continua -. È importante che l'Ulss prenda provvedimenti e adotti misure a tutela del personale, ammonisce ricordando un’altra aggressione che si è verificata qualche giorno fa al Pronto soccorso di Mestre.

Sebbene gli episodi si registrino anche presso i servizi distrettuali dove il personale lavora a domicilio a casa del paziente, i dati evidenziano che i reparti ospedalieri maggiormente a rischio sono proprio le Psichiatrie e i Pronto soccorso.

Intanto gli infermieri aggrediti hanno spiegato che purtroppo quello di domenica notte non è un caso isolato. Le aggressioni sarebbero cicliche: Abbiamo almeno un infortunio ogni due mesi - racconta l'infermiere -. Un mio collega poche settimane fa è stato picchiato dai parenti di un paziente, continua spiegando che a Dolo la struttura che ospita il reparto di Psichiatria è su più livelli, non come a Mestre dove il reparto è circolare così che tutti condividono la situazione di tensione.

A Dolo poi non sempre la notte ci sono uomini in turno - precisa sottolineando che non è un contesto rassicurante -. Inoltre, siamo tra i pochi che non hanno nemmeno un'indennità, come i colleghi del Pronto soccorso o del Centro di igiene mentale, segnala evidenziando che il paziente andato in escandescenze non avrebbe dovuto nemmeno essere ricoverato in psichiatria non essendo un paziente psichiatrico, ma in cura al Servizio delle Dipendenze.

Perché viene lasciato in carico a noi? Non abbiamo le competenze e non siamo neppure attrezzati per affrontare casi di questo genere, rimarca.

Anche se le botte cominciano a vedersi solo ora, in ogni caso non sono le ferite fisiche a fare più male, quelle guariscono. Sono quelle psicologiche il problema: a ognuno di questi episodi viene da chiedersi se valga veramente la pena rischiare la vita per questo lavoro, conclude.

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