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Infermiere ostaggio in carcere, Opi Bari: urgono azioni immediate

di Redazione

Chiediamo con forza che vengano messe in atto tutte le azioni possibili per risolvere questa complessa situazione e garantire la sicurezza e l'incolumità di tutti i professionisti che operano in contesti così delicati. È imperativo che le autorità competenti ascoltino le nostre preoccupazioni e agiscano di conseguenza per prevenire ulteriori episodi di violenza e garantire un ambiente di lavoro sicuro e protetto. Così l'Ordine delle Professioni infermieristiche di Bari esprimendo profonda solidarietà al collega infermiere in servizio e agli altri lavoratori coinvolti nei tragici eventi accaduti sabato 17 agosto presso la casa circondariale di Bari “Francesco Rucci”.

Rivolta in carcere a Bari, sequestrati un infermiere e un agente

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Il 17 agosto 2024 un infermiere è stato sequestrato all'interno della casa circondariale di Bari.

Nel corso dei disordini scoppiati attorno alle ore 20 nella seconda sezione del penitenziario cittadino al momento della distribuzione dei farmaci, un infermiere è stato trattenuto dai reclusi, anche se soltanto per pochi minuti, mentre si trovava all'interno di un ambulatorio e stava somministrando la terapia ad un detenuto.

Nel tentativo di riportare la calma e di impedire che il professionista sanitario venisse bloccato dentro il locale e presa in ostaggio, un agente addetto alla custodia della sezione è stato aggredito violentemente e, ferito al volto, è stato soccorso dagli operatori sanitari del 118 e condotto in ambulanza presso il Pronto soccorso dell'ospedale di Bari.

L'infermiere, che sta bene e non ha riportato ferite, è stato lasciato libero di allontanarsi dalla zona in cui stava lavorando e di mettersi in sicurezza mentre i detenuti continuavano a protestare danneggiando suppellettili e dando fuoco a coperte e lenzuola.

Dalla ricostruzione dei fatti sembra che i disordini siano iniziati da parte di tre detenuti, verosimilmente in stato di alterazione alcolica, che si sono rifiutati di rientrare nelle camere di pernottamento, si sono impossessati delle chiavi ed hanno aperto la porta della cella di un internato. Insieme, i quattro avrebbero poi aggredito l'agente, andato in soccorso dell'infermiere.

Questo episodio, che purtroppo avevamo ampiamente previsto e segnalato agli organi competenti, sottolinea ancora una volta la necessità di interventi urgenti e concreti, ribadisce l'Opi barese.

Dalle indagini della Procura, che ha avviato un'inchiesta sulla protesta, emerge che alla base della tensione non ci sarebbero situazioni di sovraffollamento, ma le condizioni psicofisiche di uno dei detenuti coinvolti in quella che viene definita un'accesa contestazione piuttosto che una rivolta organizzata.

Dai primi accertamenti risulta che dall'infermeria della seconda sezione, che ospita circa 70 detenuti per reati comuni ed alcuni altresì affetti da patologie di natura psichiatrica, sarebbero stati sottratti alcuni medicinali. Secondo fonti giudiziarie sarebbe stato individuato come responsabile dell'agitazione un gruppo di tre detenuti dell'istituto di pena ed un internato, da tempo in attesa di essere trasferito in Rems. Questi avrebbero deciso di intraprendere un atto di dissenso nei confronti della polizia penitenziaria, ma sarebbero stati altresì armati con spranghe di ferro.

Sebbene la protesta sia terminata e sia stata riportata la calma, il sindacato della polizia penitenziaria (Uilpa) denuncia in una nota che i disordini sono stati gravissimi a tal punto che, per sedare la rivolta dei detenuti, sarebbero stati richiamati gli agenti di riposo ed inviati rinforzi da altre strutture pugliesi.

La situazione nelle prigioni, come avevamo previsto e denunciato, è sempre più esplosiva e non bastano certo i proclami del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria ad arginarla. Anzi, sono proprio le direttive incoerenti talvolta inattuabili a generare ulteriore confusione tra gli operatori, che continuano ad essere abbandonati a sé stessi, nonostante la propaganda di governo, denuncia Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, spiegando che a Bari sono presenti 390 detenuti a fronte di 252 posti disponibili, oltre cento persone in più, gestiti da 220 poliziotti quando ne servirebbero 449.

È chiaro a tutti che il decreto carceri e la sua conversione in legge non sono serviti e non serviranno a nulla, chiosa il rappresentante sindacale chiedendo che sia convocata una riunione straordinaria del Consiglio dei Ministri per affrontare compiutamente l'emergenza.

Serve subito deflazionare la densità detentiva, suggerisce ricordando che la Puglia è la regione con il maggiore sovraffollamento. Serve dare respiro al Corpo di polizia penitenziaria, mancante di oltre 18 mila unità, con tangibili assunzioni straordinarie. Serve garantire l'assistenza sanitaria e riorganizzare complessivamente il sistema ormai alla deriva. Settembre potrebbe essere troppo tardi, aggiunge avvertendo che i detenuti del Rucci hanno deciso di fare lo sciopero della fame il prossimo mese per protestare contro la condizione carceraria.

L'infermiere e l'agente stanno bene. Sono in corso le consequenziali attività per il ripristino dell'ordine e la sicurezza del carcere ma i problemi rimangono tutti, conclude De Fazio ricordando che i disordini sono stati innescati da un soggetto con patologie psichiatriche che non dovrebbe stare in carcere.

Il sindacato Uilpa fa sapere intanto che i suicidi nella popolazione carceraria italiana hanno raggiunto numeri impressionanti nel 2024. Due giorni fa la conta di coloro che si tolgono la vita è salita drammaticamente a 67, l'ultimo a Ferragosto nel penitenziario di Parma. Sono il 43% in più rispetto all'anno scorso, se la tendenza continua si rischia di superare il record del 2022 quando i suicidi accertati furono 85. L'inferno in cella ha un sovraffollamento del 131,06%, tra cui 24 bambini con le loro madri. Sono suicidi anche gli agenti di polizia, a luglio erano già sei.

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