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Furbetti del cartellino: infermiera risarcisce e torna a lavoro

di Redazione

Aveva chiesto ad un collega di timbrarle il cartellino, mentre al lavoro arrivava in ritardo o, addirittura, non si recava affatto. L'infermiera, che per questo era stata sospesa dal servizio per un anno, ha risarcito l'azienda ospedaliero-universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” ed è tornata al lavoro.

Infermiera risarcisce il Ruggi e torna al lavoro dopo la sospensione

timbro cartellino

Dopo aver risarcito l'ospedale, torna a lavoro l'infermiera sospesa per un anno per essersi fatta timbrare il cartellino da un collega.

In diverse occasioni l'infermiera si sarebbe presentata a lavoro in orario successivo rispetto a quanto registrato dal proprio badge, chiedendo al collega di timbrare per lei il cartellino.

In occasione di due giornate festive, inoltre, la donna non si sarebbe affatto recata sul luogo di lavoro, facendosi solo registrare la presenza, in entrata e in uscita.

Per questo, lo scorso febbraio i carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Salerno le avevano notificato la sospensione dal servizio per un anno (lo stesso era successo al collega-complice).

Finita sotto la lente d'ingrandimento della Procura (e coinvolta anche nella precedente maxi inchiesta che travolse il Ruggi qualche anno fa) con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato e inosservanza delle norme sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, la donna ha risarcito il danno ed è tornata la lavoro.

A renderlo possibile, la decisione del giudice che ha accolto l’istanza avanzata dal legale dell’indagata, l’avvocato Genserico Miniaci. L’infermiera, intenzionata ad accedere al rito alternativo della messa alla prova, ha infatti provveduto al versamento in favore dell’azienda ospedaliera dell’importo di mille euro (di cui circa la metà rappresenta la retribuzione contestata come indebitamente percepita per le 27 ore di lavoro non svolto).

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