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Fondazione S. Raffaele, i sindacati: dignità per i lavoratori

di Redazione

Basta speculazioni sulla salute e sui lavoratori. Qui parliamo di assicurare i posti di lavoro e i livelli essenziali di assistenza, che significa dare una risposta adeguata in termini di professionalità. Così le organizzazioni sindacali (Fp Cgil Brindisi, Cisl Fp Taranto-Brindisi, Uli Fp Brindisi) intervenendo in merito alla vicenda del centro di riabilitazione di Ceglie Messapica che, gestito sinora dalla Fondazione San Raffaele, sta passando con qualche difficoltà sotto la gestione pubblica dell'Asl di Brindisi, come previsto dalla legge regionale approvata lo scorso maggio.

Sindacati chiedono riconoscimento per operatori Centro di Ceglie Messapica

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Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica

Dopo il fallimento di un tavolo organizzato lo scorso 5 agosto in prefettura per chiedere il riconoscimento contrattuale per gli operatori sanitari della struttura, i sindacati hanno organizzato il 28 agosto un sit-in di protesta davanti al centro riabilitativo manifestando disappunto nei confronti dell'ente privato.

Chiediamo dignità per i lavoratori, hanno ribadito durante la manifestazione cui hanno partecipato, oltre al personale, anche il consigliere regionale Fabiano Amati, promotore della legge, e i consiglieri comunali di opposizione. Dobbiamo fare in modo che i politici si riconcilino con le persone per affermare il valore della sanità pubblica, ha sollecitato Amati invitando gli amministratori locali e comunali a sostenere questa iniziativa.

I sindacati, che si sono pronunciati a favore del subentro dell'Asl brindisina nella gestione del centro, chiedono che nessuno dei dipendenti venga escluso durante il percorso di transizione gestionale.

Abbiamo sempre ribadito, ancora prima che venisse approvata, che la legge, riportando la gestione diretta del pubblico, ridà dignità ai lavoratori - rimarcano i rappresentanti sindacali -. Essa deve tuttavia tenere conto che devono essere rispettati i livelli occupazionali e soprattutto che nessun posto deve essere tolto ad un servizio sanitario così importante, sottolineano ricordando le forti azioni di rivalsa già intraprese in passato nei confronti della Fondazione San Raffaele.

Essa non ha mai voluto riconoscere neanche il contratto a questi lavoratori. Abbiamo vinto battaglie legali ma abbiamo di fronte un'azienda cieca e sorda ai bisogni dei lavoratori, spiegano ringraziando gli esponenti politici regionali che hanno ridato questo centro al servizio pubblico. Il Tribunale Amministrativo Regionale deve sapere cosa accade qui dentro, devono saperlo cittadini ed istituzioni. Tenere alta l'attenzione è pertanto l'unica strada da percorrere, continuano promettendo di continuare la battaglia a tutela degli operatori sanitari.

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