Tutti i mali della sanità pubblica italiana in un’inchiesta dell’Espresso questa settimana in edicola.
Sanità pubblica, l’inchiesta dell’Espresso su infermieri e medici
A nudo sull’Espresso ci sono finiti tutti: medici, infermieri, specializzandi, camici bianchi pronti a fuggire all’estero. E soprattutto sono emerse tutte le criticità del sistema sanitario pubblico italiano che proprio nel 2018 compie 40 anni.
Sul fronte degli infermieri andiamo malissimo – si legge nell’inchiesta -: ci sono 5,4 unità ogni mille abitanti contro i 9 della media Ocse, i 10,2 della Germania, i 18 della Svizzera. E in Italia quelli in servizio, sia per far quadrare i conti famigliari (guadagnano 1.200 euro al mese o meno) sia per non lasciare i reparti scoperti, sono spesso costretti a doppi turni, fino a 16 ore consecutive: con un inevitabile crollo d’attenzione e di cura per i pazienti e con un massacro per loro
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Nel servizio, Gloria Riva ricorda anche che all’inizio di gennaio un’infermiera di 66 anni dell’ospedale di Anzio ha dovuto fare un doppio turno al termine del quale è caduta a terra colpita da un’emorragia cerebrale
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Dall’inchiesta emerge una sanità pubblica che resiste solo grazie ai professionisti. Un sistema sanitario nazionale che ha dimostrato di essere all’altezza di una catastrofe. Ma poi ci sono i miracoli ordinari, nelle corsie d’Italia. Quelli che si fanno tutti i giorni da dieci anni, da quando è cominciato il mantra dei tagli
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