Incremento della retribuzione, evoluzione della formazione verso lauree magistrali specialistiche a indirizzo clinico, un cambio immediato dei modelli organizzativi con maggiore autonomia infermieristica, nonché nuovi sbocchi di carriera. È quanto ritiene imprescindibile Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, che in una lettera inviata alla premier Giorgia Meloni lancia un grido d’allarme da parte dei professionisti più numerosi del mondo della sanità, gli infermieri.
Appello Fnopi a Meloni: la professione infermieristica sta morendo
La professione che amiamo e che onoriamo quotidianamente sta morendo. Come dimostra anche l'ulteriore calo del 10% delle domande di iscrizione ai corsi di laurea in Infermieristica.
Nell'arco di pochi anni, lo Stato non sarà più in grado di garantire il diritto alla salute e all'assistenza a tutti i cittadini, princìpi assoluti sanciti dalla nostra Carta Costituzionale
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È il grido d'allarme lanciato dalla presidente della Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi), Barbara Mangiacavalli, in una lettera inviata alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al ministro della Salute e alla ministra dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, pubblicata su La Repubblica.
Carichi di lavoro insostenibili, retribuzioni non adeguate e scarse opportunità di carriera sono solo alcuni degli aspetti che incidono negativamente su un quadro ormai compromesso e che aggraveranno ulteriormente la carenza di infermieri che ci attanaglia da tempo - spiega Mangiacavalli - La questione non riguarda ormai solo la sfera socio-sanitaria, ma sta assumendo i connotati di una vera e propria crisi che coinvolge l'intero sistema Paese. Modelli organizzativi vetusti, norme ordinamentali non aggiornate, miopie del passato contribuiscono a un mondo obsoleto in cui facciamo fatica a riconoscerci. E questo concorre a rendere poco appetibile la nostra professione
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Per garantire ai professionisti già formati di esercitare al meglio e per spingere i nostri giovani ad abbracciare la professione infermieristica, pensiamo che non si possa più prescindere da alcune priorità come l'incremento della retribuzione, l'evoluzione della formazione verso lauree magistrali specialistiche a indirizzo clinico, un cambio immediato dei modelli organizzativi con maggiore autonomia infermieristica, riconosciuta come branca assistenziale autonoma, nonché nuovi sbocchi di carriera
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Secondo la presidente della Fnopi, nessuna altra soluzione può essere ritenuta adeguata se prima non saranno messe in atto queste nuove misure strutturali
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Alessandro Murru
2 commenti
Forse è già tardi
#2
Prendo spunto dal commento di MaxGen76 per alcune riflessioni. Nonostante gli appelli degli Ordini, di numerose personalità della politica e della cultura, gli articoli apparsi sulle principali testate giornalistiche negli ultimi 30 giorni, l'attuale governo non ha ne l'intenzione ne le risorse economiche per intervenire strutturalmente. E' stato firmato ieri dall'Aran il nuovo CCNL medici ospedalieri. Prima di quello del comparto, ovviamente; rimarrà ben poco nella bisaccia. Sono convinto che sia già troppo tardi. L'infermieristica in Italia è già un malato terminale. Tra qualche anno rimarranno solo infermieri indiani poco preparati, molto orientati al ruolo ancillare rispetto al medico. In loro supporto forse figure "nuove" preparate con pochi mesi di corso regionale. I pochi infermieri "veri" rimasti sul campo stanno già lasciando il SSN (come ho fatto io nel lontano 2010) e si stanno riversando nel privato. Dobbiamo abituarci all'idea che gli infermieri sono cosa da ricchi. Si renderà necessario rimodulare i processi di rinnovamento dell'assistenza territoriale (ospedali di comunità, case della salute, infermieri di comunità e famiglia...) in considerazione del nuovo scenario. Si troveranno escamotage amministrativi per far lavorare infermieri NON iscritti all'Ordine anche negli ospedali e nei servizi del SSN, oppure si costringeranno gli Ordini ad iscriverli "in deroga". Le organizzazioni saranno sempre più medicocentriche, con gli infermieri esecutori silenziosi ed operosi. Sarebbe utile fin da ora rivedere i programmi degli attuali corsi di Laurea infermieristica, adattandoli ad una logica più fondata sulle singole prestazioni da mansionario. Questo per non illudere i futuri (pochi) infermieri riguardo ciò chi li aspetta. E' un quadro triste ma non vedo alternative al momento.