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Infermieri italiani sottopagati. Gli ultimi dati Ocse

di Redazione

In Italia un infermiere guadagna mediamente 39mila dollari l’anno, contro i 48mila del Regno Unito, i 56mila della Spagna e i 71mila dell'Olanda. A passarsela meglio è il Lussemburgo, che stipendia i suoi infermieri con circa 104mila dollari l’anno. Gli ultimi dati Ocse (relativi al 2020) evidenziano una forte disomogeneità tra gli stipendi di infermieri in Europa (ma anche oltreoceano) e vedono l’Italia agli ultimi posti della classifica. Dopo di noi Grecia (34mila) ed Ungheria (33mila).

Nursing Up: dati Ocse confermano imbarazzanti stipendi infermieri

I dati Ocse fotografano una sanità italiana i cui professionisti sono sottopagati

Non solo stipendi molto al di sotto della media europea. Gli infermieri italiani - come confermano le voci scese in piazza unite sotto un grido unico: Sanità: se non la curi, non ti cura - sono anche fortemente sottodimensionati.

Tradotto: sono pochi, ma lavorano di più guadagnando meno dei colleghi europei. Una vera beffa per dei professionisti che buona parte del mondo ci invidia per preparazione e competenza, gli stessi che si sono sentiti promettere riconoscenza da più parti durante l'immane sforzo della pandemia.

Non bastavano i recenti dati della Ragioneria dello Stato, aggiornati al 2020, a sancire, con il magro di stipendio medio di 1780 euro mensili, addirittura compresi di premialità e straordinari, che gli infermieri italiani non reggono affatto il passo del mutato costo della vita, alle prese con una inflazione che stringe alla gola le famiglie e che lascia senza fiato. Arrivano adesso anche i nuovi dati mondiali dell'Ocse, sempre aggiornati al 2020, che ci danno un quadro più ampio della materia, e che mettono in evidenza come gli infermieri italiani, e conseguentemente le altre professioni sanitarie del comparto, così come in passato, a livello non solo europeo, ma mondiale, siano mestamente collocati in una classifica decisamente imbarazzante, a causa delle amare cifre di uno stipendio che racconta di professionisti decisamente lontani da quella valorizzazione economica di cui il nostro nuovo contratto regala solo barlumi.

Così in un comunicato Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up. La strada per costruire un futuro economico degno di tal nome è decisamente in salita, lo dimostrano i numeri impietosi dei quali parliamo, e che non possono essere certo ignorati, da parte di un nuovo Governo a cui spetta il duro compito, di concerto con le Regioni, di ricostruire una sanità che non può prescindere dalla figura degli infermieri.

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Commenti (1)

MaxGen76

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59 commenti

Saranno reali tali stipendi?

#1

Buon giorno a tutti. Volevo dissentire da questo articolo, solo per ciò che concerne i nostri stipendi, almeno nella mia realtà nosocomiale. Nonostante quasi 15 anni di lavoro (e ancora a livello D), non percepisco affatto il reddito su citato, ma nettamente inferiore! Il mio lordo è di 27.452,17€ (CUD 2022). Anche volendo effettuare un cambio valuta 39.000$=38.948,72€, ne mancano ancora la bellezza di circa 11.500€! Ovvero circa 884€ lordi su 13 mensilità! Forse c’è bisogno di rivederli questi conti, e magari renderli più veritieri/attendibili, no?
Fermo restando che abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa!
In piazza del Popolo a Roma ero presente anch’io…! Da questa manifestazione, si è evinto, oltre al nostro demansionamento/sfruttamento, che bisogna fare un passo decisivo ed unisono verso una sola direzione, ovvero quello di aumentare ed equiparare tutti gli stipendi degli infermieri da nord a sud, avendo un solo unico contratto a livello nazionale con equiparazione tra pubblico e privato ed RSA senza più distinzione e senza più classificazioni di infermieri di serie A e di serie B. Ciò perché, a detta dei sindacati (ad unisono), tutti gli infermieri studiano si laureano con lo stesso corso di studi, agiscono allo stesso modo, applicando procedure e protocolli validi in tutto il territorio nazionale! Tutte le sigle sindacali presenti hanno incoraggiato e accettato tale proposta! Un altro passo da fare, ormai improcrastinabile, è quello di uscire fuori dal comparto, avendone uno tutto nostro, proprio come i medici. Il passo immediatamente successivo, è quello di ottenere il giusto inquadramento, ovvero non come operai/impiegati, (perché a differenza di quest’ultimi, secondo il giuslavorista, abbiamo potere decisionale, autonomia professionale e responsabilità civile e penale), ma come QUADRI!
•Un quadro può fornire un modo proprio nel perseguire gli obiettivi assegnati.
•Un quadro può organizzare, integrare e sovrintendere le risorse affidate.