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Campania

Coordinamento OPI scrive a De Luca su delibera Veneto

di Pino de Martino

La vicenda Oss scoppiata in Veneto sta contagiando l’Italia intera. Ed è tutto un traffico di lettere e mail ufficiali di protesta e di chiarimenti che coinvolge il ministero della Salute e la stessa Federazione nazionale degli infermieri. Nelle prossime ore il Coordinamento regionale degli Ordini delle professioni infermieristiche della Campania invierà - come si dice in una nota - una lettera al Governatore Vincenzo De Luca per evitare che anche all’ombra del Vesuvio si ripeta quanto sta accadendo in Veneto, con tutta la coda di polemiche che si trascina.

Campania, infermieri diffidano Regione dall'utilizzare Oss al loro posto

Nella missiva, i cinque presidenti di Napoli, Avellino, Benevento, Caserta e Salerno diffidano il Presidente della Regione (nonché assessore alla sanità ad interim) dall’utilizzare gli operatori sociosanitari (Oss) in luogo degli infermieri, astenendosi dall’intraprendere iniziative e atti formali volti ad affidare, anche solo temporaneamente, ad altre figure professionali attività proprie dell'infermiere.

Considerando che l’attività sanitaria in generale si prefigge di garantire adeguata assistenza al paziente e pur rispettando la professionalità e il ruolo che gli operatori sociosanitari svolgono nel nostro sistema sanitario, reputiamo inammissibile l'affido, anche solo in parte, delle competenze propriamente infermieristiche a personale diverso dal profilo professionale dell'infermiere, scrivono i presidenti.

La formazione degli Infermieri – aggiungono - non è neanche lontanamente assimilabile con quella svolta da un operatore socio sanitario e non si può pensare che, con un corso di 300 ore, si possano svolgere attività di pertinenza prettamente infermieristica. Soprattutto se si considera che a beneficiare delle competenze e delle prestazioni degli infermieri sono pazienti e cittadini fragili cui va sempre garantita la migliore e più qualificata assistenza sanitaria possibile.

La delibera dello scandalo

Ha il protocollo n. 305/2021 la delibera con la quale la Regione Veneto apre alla possibilità di utilizzare gli Operatori sociosanitari (Oss) rispetto ad atti propri dell’assistenza clinica del paziente di competenza esclusiva di medici ed infermieri, attraverso un corso di “Formazione complementare in assistenza sanitaria dell’Operatore Socio-Sanitario”.

Una delibera che ha sollevato le reazioni degli ordini degli infermieri di mezza Italia (in primis quelli del Veneto, poi a seguire quelli di Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte), di alcune sigle sindacali di categoria e di singoli infermieri.

Un’assistenza minimalista

Un percorso pensato – si dice nell’atto - per far fronte all’accresciuta esigenza di personale da destinare all’assistenza sanitaria, imposta dalla pandemia. Ma l’emergenza della pandemia non può giustificare il ricorso ad un’assistenza minimalista e approssimativa così come potrebbero offrire oggi gli operatori sociosanitari, costretti a tappe forzate per recuperare anni e anni di formazione, tirocinio ed esperienza proprie degli infermieri.

Senza nulla togliere ai meriti che gli Oss hanno per il contributo importante che hanno dato e tutt’ora danno in questa emergenza, la delibera della Regione Veneto, cosi come concepita, pone a serio rischio sia la persona assistita, che gli stessi operatori sociosanitari.

Ai primi si rischia di riconoscere un’assistenza sanitaria d’emergenza e non adeguata. Ai secondi, di esporli a forti rischi di responsabilità professionale dovendo affrontare competenze molto dissimili dal loro profilo professionale difficilmente colmabili con dei corsi accelerati.

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