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Infermieri indiani? In Campania non servono

di Redazione

Non c'è alcun bisogno di infermieri indiani, almeno in Campania. A sottolinearlo il segretario regionale di Nursing Up, Mario De Santis, commentando la grande partecipazione al concorso indetto dall'Asl Napoli 2 nord per trenta posti da infermiere, le cui prove si sono svolte martedì 5 novembre presso la Mostra d'Oltremare di Napoli, dove si sono presentati quasi cinquemila candidati. Abbiamo la necessità di coprire i vuoti d'organico ma sicuramente non pescando professionalità dall'India o da altri Paesi, rimarca il rappresentante sindacale esprimendo perplessità in merito all'intenzione del Ministro della Salute di assumere diecimila infermieri indiani per rinforzare gli organici ospedalieri quando ci sono tra quei cinquemila concorsisti tanti giovani professionisti campani che lavorano fuori provincia e tentano il concorso pubblico per riavvicinarsi. Questi infermieri, se vogliono provare a tornare in Campania lasciando però posti scoperti nel territorio di provenienza, hanno due strade: chiedere la mobilità compensativa o straordinaria oppure rifare un concorso nella loro regione, precisa De Santis.

Napoli, a concorso 30 posti da infermiere: si presentano in 5mila

Che la situazione sia paradossale lo denuncia anche l'associazione “Nessuno tocchi Ippocrate” secondo la quale, alla luce di questi numeri, la carenza di infermieri in Italia, o almeno in Campania, non sembrerebbe così allarmante.

Secondo le stime, dopo la ricognizione condotta dalle varie Asl della necessità di personale infermieristico indiano da trasmettere alla Regione entro il prossimo 15 novembre, il fabbisogno complessivo in Campania si aggirerebbe sulle 9 mila unità, in calo di circa 3-4 mila unità rispetto al triennio 2021-2023 grazie alle assunzioni sinora effettuate.

Tuttavia si tratta di cifre che si gonfiano e si sgonfiano perché i posti che si liberano con i pensionamenti non vengono immediatamente coperti, spiega De Santis segnalando comunque disparità tra le varie aziende sanitarie che stanno aderendo all'indagine conoscitiva richiesta dal Ministero.

In Campania sinora non abbiamo infermieri indiani, tra quei circa 1800 che già lavorano nelle strutture sanitarie italiane, precisa sottolineando che, a fronte degli oltre 38mila infermieri stranieri segnalati dalla Fnopi, la loro presenza in regione, sebbene i numeri non siano del tutto esatti, non risulterebbe così marcata come in Lombardia e Piemonte e si tratterebbe comunque di professionisti provenienti soprattutto dall'est Europa.

Nonostante queste considerazioni, gli infermieri indiani potrebbero arrivare anche nelle corsie degli ospedali campani, sebbene come “estrema ratio” così come annunciato dalla premier Giorgia Meloni. Se capitasse, secondo il sindacalista di Nursing Up, ci sarebbe un problema di barriere culturali e linguistiche per la scarsa dimestichezza degli indiani con la lingua italiana.

Dio solo sa cosa vuol dire riuscire ad interpretare il lamento di uno che soffre e non capirlo - sottolinea aggiungendo che con ci sarebbe alcuna garanzia della formazione -. Il pareggiamento tra il titolo indiano e quello italiano è un pareggiamento di carte ma non di cultura, conclude.

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