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Infermieri e medici in corteo pungolano la Regione

di Redazione

Sabato 27 maggio a Torino infermieri e medici manifesteranno contro la Regione, rea a loro dire di non investire a sufficienza per le assunzioni dei sanitari (ne mancano 9mila secondo le stime dei sindacati). Appuntamento in piazza Carducci, poi la sfilata fino al grattacielo del Lingotto. Tra i sindacati, saranno presenti Nursind e Nursing Up, mentre pesa l'assenza di Cisl e Uil.

Piemonte, la protesta di infermieri e medici: mancano 9mila operatori

Una "Marcia della salute" in difesa della Sanità pubblica, sia a livello nazionale che regionale. È quella che, organizzata dal Comitato per il diritto alla tutela della salute e delle cure, il prossimo 27 maggio a Torino vedrà sfilare in corteo medici ed infermieri insieme. Obiettivo: difesa della Sanità pubblica e universalistica, contro la privatizzazione spinta del settore e la sottrazione di risorse e personale al Servizio Sanitario nazionale, con effetti sulla qualità e quantità delle cure che si ripercuotono sui malati.

Una cinquantina di sigle di organizzazioni e rappresentanze sociali (tra queste anche i sindacati di categoria degli infermieri Nursind e Nursing Up) si incontreranno alle ore 14 in piazza Carducci a Torino, per sfilare fino al palazzo della Regione Piemonte, davanti al quale saranno allestiti dei gazebo dedicati all'educazione sanitaria rivolta ai cittadini.

Pensiamo che i soldi la Regione li abbia - commenta Giorgio Airaudo, segretario generale Cgil Piemonte -: ci sono 130milioni a disposizione, significa poter assumere duemila infermieri, oppure mille infermieri e cinquecento medici. Rispetto al giorno in cui la Sanità piemonteze ha attuato il piano di rientro ci sono novemila occupati in meno, più altri duemila per le previste Case della Salute.

La risposta dell'Assessore alla Sanità Luigi Icardi

Se davvero l’obiettivo è unire le forze per difendere con le unghie e con i denti la Sanità pubblica, non c’è alleato migliore dell’attuale Giunta regionale del Piemonte, che grazie allo strategico e vigoroso impegno di questi anni è riuscita ad invertire la tendenza proprio sui fronti più esposti del settore, come il taglio dei posti letto, la carenza di personale e le liste di attesa.

Il Piemonte è stata la prima Regione in Italia ad avviare il percorso di stabilizzazione del personale (rispondente ai requisiti individuati dal Ministero) a tempo determinato reclutato per l’emergenza Covid, raggiungendo un accordo per la stabilizzazione di 1.137 professionisti, di cui oltre 600 già stabilizzati nel 2022 e i restanti in corso di stabilizzazione nel 2023, progressivamente in base alla scadenza del loro attuale contratto a termine. Nel 2022 la Sanità piemontese ha registrato 2.425 contratti a tempo determinato, mentre il saldo tra assunzioni e cessazioni di tutto il personale con contratto a tempo indeterminato del Sistema sanitario regionale, è positivo per poco meno di un migliaio di unità, a fronte di un saldo assunti/cessati che nel 2018 si attestava appena a 115 unità.

Per la prima volta dal 2014, il Piemonte vede di nuovo aumentare i posti letto, grazie alla ripartenza di progetti bloccati da anni, come il Parco della Salute di Torino e la Città della Salute di Novara, e al finanziamento degli Ospedali di comunità e del nuovo piano per la costruzione di sei nuovi ospedali in tutta la regione.

Quanto ai privati accreditati, il budget ordinario non è aumentato, perché è soggetto al tetto di spesa stabilito dal decreto sul contenimento della spesa pubblica. Attualmente vale 746.900.000 euro (cioè il 7,45 per cento dei costi della produzione della Sanità regionale), a cui occorre sommare, nel 2022, i 20 milioni di euro di finanziamenti previsti per il recupero delle liste di attesa.

Proprio riguardo al recupero delle liste di attesa, nella primavera del 2022, quando ancora non era stata decretata la fine della pandemia, la Regione Piemonte è stata la prima a livello nazionale ad avviare un Piano straordinario, dotandosi di un metodo strutturato su basi scientifiche e maturato grazie all’esperienza virtuosa della propria campagna vaccinale. Il numero delle prestazioni erogate è tornato ai livelli pre-covid e su 25 delle 42 prestazioni monitorate dal Ministero a livello nazionale i tempi di attesa si sono ridotti in media di 6 giorni rispetto al 2018.

Tutto ciò, mentre la Sanità pubblica del Piemonte raggiunge ogni giorno traguardi di livello nazionale e internazionale, dimostrando nei fatti di saper fare la differenza nell’accesso universale a servizi di assistenza sanitaria di qualità, sia in ospedale che sul territorio.

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