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Carcere Avellino, condizioni di lavoro estreme per infermieri

di Redazione

Continua l'emergenza nel carcere di Bellizzi Irpino, dove da mesi Nursind, il sindacato degli infermieri, denuncia un ambiente di lavoro pericoloso che mette seriamente a rischio il benessere e la sicurezza sia del personale sanitario che vi presta servizio sia degli agenti di polizia penitenziaria, che si trovano ad affrontare situazioni sempre più critiche. Le condizioni di lavoro all'interno dell'istituto, tra risse ed aggressioni, sarebbero diventate ormai estreme raggiungendo livelli allarmanti ed intollerabili. Continuano infatti le segnalazioni da parte del personale sulla totale insicurezza che si vive nel carcere e che mette altresì a rischio l'incolumità degli stessi detenuti.

Caos nel carcere di Bellizzi Irpino: aggressioni, risse e raid in infermeria

L'ultimo gravissimo episodio, che Nursind descrive come l'ennesimo campanello di allarme che non può rimanere senza conseguenze, è avvenuto il 3 febbraio scorso, quando un infermiere è stato aggredito da un detenuto.

Il sanitario è stato colpito alle spalle con schiaffi al volto e alla testa. Soltanto il giorno prima, gli agenti erano intervenuti nella sezione maschile della Casa Circondariale per sedare una rissa scoppiata tra detenuti, due dei quali una volta trasferiti nella sezione femminile per la mancanza di celle di isolamento hanno poi forzato durante la notte le porte dell'infermeria, saccheggiando farmaci e presidi sanitari.

Il sindacato segnala inoltre che la scorsa settimana, durante il turno notturno, c'era in servizio soltanto un'infermiera responsabile di oltre 600 detenuti. Chiediamo che la direzione del carcere e l'Asl intervengano in modo concreto per garantire la sicurezza dei lavoratori, fa sapere il sindacato.

È una situazione inaccettabile. Servono interventi immediati per garantire condizioni di lavoro dignitose e sicure sia agli infermieri che agli agenti. La sicurezza del personale sanitario e delle forze dell'ordine non può più essere ignorata, ammonisce.

La difficile situazione era stata segnalata in prefettura sin dall'anno scorso. In più occasioni era stata denunciata una grave carenza di personale nonché la mancanza di acqua corrente durante le ore notturne, disagio che impediva agli operatori sanitari di praticare il lavaggio delle mani.

Lo scorso 14 dicembre il prefetto di Avellino era stato informato dal sindacato sul peggioramento delle condizioni di sicurezza nel carcere ma l'emergenza è rimasta per ora senza risposte. Dopo due mesi dall'ultimo incontro in prefettura, denuncia il sindacato, non è stata fissata ancora una seconda convocazione per affrontare il problema. L'attesa per un intervento concreto sembra infinita.

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