Un pronunciamento senza precedenti che potrebbe costituire un punto di svolta nella tutela degli operatori sanitari. La Corte di Appello di Ancona ha riconosciuto la responsabilità (seppur indiretta) dell'azienda sanitaria nella mancata predisposizione di adeguate misure di sicurezza, condannandola a risarcire un'infermiera aggredita nel 2017 mentre era in servizio al triage del pronto soccorso dell'Ospedale di Ascoli Piceno. Un verdetto che impone un risarcimento di oltre 22mila euro tra danno morale soggettivo e danno biologico. A commentare la decisione è il segretario nazionale del Nursind, Andrea Bottega: È la prima sentenza in Italia e noi speriamo possa fare scuola, affinché tutte le aziende sanitarie adottino misure adeguate contro le aggressioni al personale sanitario, un fenomeno purtroppo in costante aumento
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Nursind: su aggressioni prima sentenza in Italia contro Aziende sanitarie
La Corte di Appello di Ancona ha riconosciuto la responsabilità dell'azienda sanitaria nella mancata predisposizione di adeguate misure di sicurezza.
L’aggressione si verificò un’ora prima dell’inizio del servizio di vigilanza notturna, quando una paziente in attesa di visita si scagliò violentemente contro l’infermiera.
La Corte ha stabilito che la struttura sanitaria non ha adottato adeguate misure di prevenzione, omettendo di predisporre dispositivi di sicurezza idonei a scongiurare tali episodi.
Nella sentenza, i giudici hanno evidenziato come l’azienda sanitaria non abbia rispettato le indicazioni previste dalla raccomandazione ministeriale del 2007 sulla prevenzione degli atti di violenza nei confronti del personale. Si tratta di una grave inadempienza - denuncia Bottega - che evidenzia la scarsa attenzione non solo alla formazione, ma anche alla gestione dei possibili episodi di violenza. Se le dovute misure fossero state adottate, l’aggressione avrebbe potuto essere evitata
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Un problema noto e sempre più preoccupante, soprattutto nei Pronto soccorso, considerati tra gli ambienti più esposti a episodi di violenza. La mancata attuazione delle misure preventive va inoltre in contrasto con il lavoro svolto dall’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (Onseps), istituito proprio per garantire un ambiente di lavoro più sicuro per gli operatori.
Il segretario nazionale del Nursind non nasconde l’amarezza: Spiace dover constatare che i beni aziendali siano più protetti e tutelati del personale sanitario, che ogni giorno si fa in quattro per tenere in piedi il Servizio sanitario nazionale, affrontando un lavoro gravoso e usurante
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Questa sentenza potrebbe rappresentare un precedente fondamentale affinché tutte le aziende sanitarie adottino protocolli più rigorosi per prevenire le aggressioni. Ed è proprio quello che auspica il Nursind: un passo necessario per garantire la sicurezza di chi, con professionalità e dedizione, opera quotidianamente al servizio della salute pubblica.
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