Per più di quarant'anni hanno prestato servizio negli ospedali di Bari senza essere iscritti all’Ordine degli infermieri. A 15 persone, tra i 60 e i 68 anni, la Procura contesta di aver esercitato per decenni senza averne titolo.
Esercitano per più di 40 anni senza iscrizione all'Albo, indagati in 15
Quindici infermieri, tra i 60 e i 68 anni, sono stati indagati dalla procura di Bari per esercizio abusivo della professione. Dalle indagini condotte dal pubblico ministero Marcello Guardia, risulta che gli indagati sono stati assunti da varie strutture sanitarie dell'area metropolitana della città pugliese senza che fossero iscritti all'albo professionale.
Emerge inoltre che essi hanno provveduto alla registrazione all'Ordine provinciale di riferimento soltanto nel 2022, dopo aver ricevuto le diffide. Alcuni hanno ottemperato alla disposizione a 42 anni dall'assunzione avvenuta negli anni Ottanta.
Anche coloro che hanno iniziato a lavorare tra il 2005 e il 2008 avrebbero ritardato l'iscrizione, completando le procedure burocratiche soltanto lo scorso anno. Tutti gli indagati si giustificano sostenendo che la legge che impone l'obbligo di iscrizione all'ordine competente, sia per i liberi professionisti che per i dipendenti pubblici, è entrato in vigore solo dal 2006, pertanto dopo la loro assunzione.
Si sottolinea tuttavia che il principio di obbligatorietà dell'iscrizione all'albo trova conferma, oltre alla legge 43/2006, anche nella normativa vigente: Dicps 233/43, Dpr 761/79, Dm 739/94, Dpr 220/2001. Non è la prima volta che la procura barese indaga sull'esercizio abusivo. Una vicenda analoga riguarda 70 tecnici sanitari per i quali è stata richiesta recentemente l'archiviazione del caso giudiziario.
Poiché le opportune verifiche sono iniziate soltanto sedici anni dopo l'entrata in vigore della norma, si ritiene che non sia un caso che i quindici indagati si siano affrettati a regolarizzare la propria posizione proprio nel 2022, dopo aver ricevuto le diffide, cercando di mettersi comunque in regola seppur così tardivamente. Per giustificare il proprio inadempimento e sperare in una archiviazione, i quindici infermieri potranno chiedere ora, a conclusione delle indagini, di essere interrogati.
L'iscrizione all'albo instaura un rapporto giuridico
È uno strumento attraverso il quale il professionista consegue uno speciale status giuridico che lo legittima all'esercizio dell'attività professionale. Attesta il possesso di determinati requisiti ed è finalizzata a disciplinare lo svolgimento della professione.
L'iscrizione è necessaria per definire i rapporti di lavoro e per tutelare il cittadino. Pertanto la mancata iscrizione all'albo professionale è un atto contrario ai doveri d'ufficio. Si configura un reato, descritto nell'ex articolo 348 del codice penale, quello di esercizio abusivo di una professione.
La legge stabilisce che chiunque eserciti una professione senza una speciale abilitazione dello Stato è punito con una multa pecuniaria e con la reclusione da sei mesi a tre anni.
Nella vicenda di Bari i quindici infermieri avevano acquisito tramite esame di Stato l'abilitazione necessaria per svolgere la professione sanitaria ma essa doveva essere integrata, per essere completa, anche con l'iscrizione all'Albo.
Secondo quanto stabilito dai Codici civile e penale, tale inadempimento è soggetto a denuncia. Si ricorda che per ottenere l'iscrizione all'albo professionale degli infermieri è necessario avere il pieno godimento dei diritti civili, essere in possesso del titolo ed essere abilitati all'esercizio in Italia, avere la residenza o il domicilio o esercitare nella circoscrizione dell'Ordine.
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